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CANI, FALCHI E FILO SPINATO
(2 parti e 3 quadri)
[Testo tutelato dalla Società Italiana
degli Autori e degli Editori (S.I.A.E.)]
Uno sciopero prolungato mette in ginocchio l’economia di un piccolo stato. Per farlo cessare si ricorre a metodi brutali e disumani. Che cosa deve fare l’osservatore straniero calato all’improvviso in questo dramma? Accettare l’accaduto e far finta di niente, oppure ribellarsi? Il protagonista ascolta la voce della propria coscienza e sceglie la via più pericolosa, ma la sola che gli permetta di sentirsi ancora un uomo.
Durata: due parti e tre quadri
Genere: drammatico
5 personaggi (4 uomini e 1 donna)
Personaggi:
Bernard
Dorticos
Carlos
Lucille
La terrazza di un
albergo attraversata sul fondo da una ringhiera. In alto un’ampia tenda, sotto
tavolini e sedie. Una porta a destra vicino al proscenio.
Entra Bernard che
va a gettare la giacca su una sedia, quindi si asciuga il sudore con il
fazzoletto e si fa vento con un giornale. Alle sue spalle arriva il cameriere.
BERNARD
Non si respira... accidenti! fa sempre così maledettamente caldo da queste parti?
CAMERIERE
Sono le ore più afose della giornata, signore.
BERNARD
Aspettiamo che passino, allora,
per respirare un po’.
(siede)
CAMERIERE
Giù in salone, signore, c’è l’aria condizionata.
BERNARD
Ma c’è anche l’odore puzzolente del rhum, non si può mettere la testa là dentro. Tra il sole e il tanfo di rhum preferisco ancora il sole.
CAMERIERE
Se il signore desidera posso accendere un ventilatore.
BERNARD
E c’è bisogno di chiederlo?
CAMERIERE
(avvicina alla
sedia un ventilatore e inserisce la spina)
Gliel’ho chiesto perché alcuni non gradiscono
questo tipo di fresco.
BERNARD
Ah, ora va meglio!
CAMERIERE
Che cosa posso servirle?
BERNARD
Una grossa birra, ma che sia ben ghiacciata.
CAMERIERE
Subito, signore.
(esce)
(squillo di telefono)
BERNARD
(va a ricuperare il suo cellulare nella tasca della giacca)
Sì,
sono io, o almeno quella parte di me che non s’è ancora squagliata sotto il
sole... non mi avevate detto che da queste parti fa un caldo simile... orrendo,
inimmaginabile... come faranno a sopportarlo quelli che vivono da queste
parti?... aria condizionata?... e quelli che stanno su per la collina, nella
baraccopoli?... come dici?... che sono giornate eccezionali, e che erano
vent’anni che non si toccavano certe temperature... sai che consolazione per me
che devo godermele queste giornate eccezionali!... Che cos’hai detto, che non
faccio che lamentarmi? Questa proprio da te non la vorrei sentire... lo sai a
che cosa ho dovuto rinunciare per venire qui... eh, no, certe cose bisogna
ripeterle perché entrino bene nella testa: a una vacanza con mia moglie e mia
figlia ho dovuto rinunciare... l’aspettavo da due anni questa vacanza, e la
preparavo da un paio di mesi... tutto pronto, tutto programmato, ed ecco la tua
telefonata e tutto va in fumo... colpa del nostro mestiere, di un’emergenza
improvvisa: questo lo capisco anch’io, ma non dire che mi lamento sempre... va
bene, accetto le tue scuse... e ora veniamo alla nostra faccenda: il cervello,
anche se è a bagnomaria, ha ripreso a funzionare. Dunque, ore dieci, appena
arrivato all’hotel Astrid... sbarcato un’ora fa dal postale dopo un paio d’ore
di mal di mare per una maledetta corrente nella quale siamo entrati e che ha
incominciato a spingere la nave in su e in giù... appena messo piede a terra mi
sono buttato subito in un bar per rimettermi a posto lo stomaco. Prima
delusione: qui il caffè lo producono ma non lo sanno fare... la seconda è stata
che, per la faccenda dello sciopero, allo sbarco non c’erano facchini, e io ho
dovuto trascinarmi da solo il bagaglio fino a una carrozza... no, i taxi non
erano in sciopero e se ho scelto una carrozza scoperta non è stato solo per
respirare, ma per guardarmi un po’ intorno, anche se non avevo nessuna voglia di
fare il turista. Il colpo d’occhio non è stato dei migliori: strade sporche e
in disordine, gente appoggiata ai muri o seduta sui gradini delle case, senza
nulla da fare se non guardare chi passava... dalla collina delle baracche
scendeva il tanfo della spazzatura che non era stata ritirata; fuori dalla
periferia, all’inizio della campagna, il lezzo della città diminuiva, ma
incominciava quello della frutta che non era stata raccolta e marciva sotto gli
alberi. Oggi è il ventesimo giorno di sciopero e non si vede un camion per le
strade: solo macchine della polizia o della milizia di Ribeira. Adesso sono in
attesa di incontrarmi con Dorticos e spero di sapere qualcosa di più,
specialmente sulle misure che il governo vuole attuare per fronteggiare la
situazione. C’è bisogno che nel paese torni la calma prima di dare il via ai
lavori: è la condizione fondamentale, lo so. Appena avrò parlato con Dorticos
ti farò sapere qualcosa. A risentirci.
(chiude
la comunicazione. Entra il cameriere con il bicchiere di birra che appoggia
davanti a Bernard)
Ecco la sua birra, signore.
BERNARD
Molte grazie... ci voleva!... (beve un lungo sorso; al cameriere che fa per andarsene) aspetti un attimo, la prego... (beve un altro sorso) ...volevo chiederle qualcosa sullo sciopero...
CAMERIERE
Non riguarda la nostra categoria. A scioperare sono i minatori e gli addetti all’agricoltura.
BERNARD
La quasi totalità della forza lavoro dell’isola, mi pare.
CAMERIERE
L’ottanta o il novanta per cento, all’incirca.
BERNARD
Venti giorni di sciopero non sono uno scherzo. Come fa questa gente a resistere senza salario?
CAMERIERE
Hanno ricevuto qualche aiuto dai lavoratori delle isole vicine, ma non si sa fino a quando potranno contarci, anche perché si cerca di impedire questi contatti.
BERNARD
E non c’è in corso nessun tentativo di accordo?
CAMERIERE
No, signore.
BERNARD
E com’è possibile? Forse la trattativa avrà luogo in segreto.
CAMERIERE
Non c’è nessuna trattativa. Mio padre e due miei fratelli lavorano in miniera e seguono da vicino questa vicenda.
BERNARD
Si punta al cedimento di una delle parti, allora. Non so se la resa incondizionata sia la soluzione più conveniente: l’umiliazione dell’avversario lascia sempre rancori dietro di sé e un forte desiderio di rivincita.
CAMERIERE
Scusi se mi permetto, signore: lei si interessa di questi problemi?
BERNARD
No, io sono un giornalista e questi fatti mi riguardano per ragioni professionali. (avvicinandosi alla ringhiera) Mi tolga lei una curiosità, per piacere: che cos’è quella barriera di filo spinato qui sotto?
CAMERIERE
Sono i confini della proprietà Ribeira, corrono per qualche miglio e vano a finire in mare.
BERNARD
Ribeira, il presidente?
CAMERIERE
Proprio lui. Là dentro c’è la sua residenza privata, gli alloggi della sua milizia con il campo di esercitazioni. A tutti gli altri è severamente vietato l’ingresso.
BERNARD
Ma c’è bisogno di questa milizia? Il presidente ha la polizia a disposizione.
CAMERIERE
La polizia è la stessa di quando c’era il vecchio presidente Castillo.
BERNARD
Ho capito... però i fili spinati non garantiscono l’inaccessibilità.
CAMERIERE
Non ci sono solo quelli, c’è un esercito di cani feroci all’interno: di giorno, quando sono legati, si limitano ad abbaiare, ma di notte, quando vengono lasciati liberi, sono allenati a muoversi nel buio e ad azzannare in silenzio... (entra Carlos, il proprietario, e il cameriere si prepara a uscire) ... le occorre altro, signore?
BERNARD
No, la ringrazio.
CARLOS (al cameriere) Aspetta! Porta un altro ventilatore al signore... non senti che questo non basta?... ma devo dirti tutto io?! (il cameriere colloca un altro ventilatore; a Bernard) La sente la differenza? Lei non sopporta l’odore del rhum, per questo è venuto di sopra... anch’io, sa, ho fatto fatica ad abituarmi, e ho provato in ogni modo di eliminarlo, ma è stato inutile... quando l’odore ha impregnato i muri e i mobili, ci vorrebbe un tornado per spazzare via tutto. Oppure bisognerebbe eliminare i bevitori di rhum, ma questo non è possibile... (al cameriere)... che cosa fai lì impalato? Domanda al signore se i ventilatori vanno bene così collocati.
BERNARD
Sì, vanno bene, grazie.
CARLOS
Io però le consiglierei di spostarsi verso la ringhiera. Dal basso ogni tanto viene un filo d’aria che, aggiunta a quella dei ventilatori... (Bernard si sposta) ... ecco, così... (al cameriere)... puoi andare adesso, e porta una birra anche a me. (il cameriere esce; Carlos siede al tavolo di Bernard) Se permette approfitto anch’io di questo fresco. Io sono Carlos, il proprietario dell’albergo, e lei è monsieur Bernard.
BERNARD
C’è una camera prenotata a mio nome, vero?
CARLOS
Certo. Ho provveduto a far portar su il suo bagaglio.
BERNARD
Molte grazie.
CARLOS
So che lei ha un appuntamento qui con il ministro Dorticos. Il ministro è un mio vecchio amico e mi ha telefonato proprio adesso: la prega di scusarlo se ritarderà un po’.
BERNARD
Immagino sappia anche che cosa devo discutere con Dorticos.
CARLOS
Non ci vuole troppa fantasia ad immaginarselo: lei è un giornalista che vuol raccontare ai suoi lettori quello che sta accadendo da noi. Anche se non riesco ancora a capire –sia detto fra parentesi– che cosa possa trovarci di interessante, un giornale delle sue parti, in uno sciopero sulla nostra isola.
BERNARD
E’ uno sguardo più attento su questa parte del mondo.
CARLOS
Allora in questo momento qui c’è poco di bello da vedere. Chi aveva mai sentito parlare di uno sciopero, da noi o sulle isole vicine? Tutto è capitato perché qui hanno incominciato a grattare la terra e a tirar su il minerale, tre anni fa... pensi un po’: un centinaio di pidocchiosi zappaterra che diventano minatori con la tuta, l’elmetto, la torcia elettrica sulla fronte... hanno incominciato a sentirsi qualcuno, spinti anche da quella decina di scalmanati venuti da fuori a insegnargli il mestiere.
BERNARD
Un interessante esempio di bracciantato agricolo trasformato in mano d’opera operaia.
CARLOS
Interessante forse per lei o per i suoi lettori, ma non per noi. Un bel giorno a quelli della miniera viene in mente di scioperare, e cosa fanno per aumentare di numero e accrescere la loro forza? riescono a convincere anche quelli delle campagne che lo sciopero non sapevano neanche cosa fosse...
(entra il cameriere con la
birra di Carlos. Il cameriere, per appoggiare il bicchiere sul tavolo, passa
con le braccia davanti a Bernard)
CARLOS
E non chiedi permesso al signore, prima di passargli davanti?!
CAMERIERE
Mi scusi.
CARLOS
Non si possono perdere d’occhio neanche per un istante, zotici zappaterra!... (al cameriere)... sparisci!... (il cameriere esce) E io che volevo creare un locale elegante, alla moda, con la gente che abbiamo sottomano... illuso! Clienti che si riempiono di rhum fino agli occhi e camerieri cresciuti come il cotone nei campi. E’ più facile fare imparare qualcosa a un somaro. Scusi per l’incidente.
BERNARD
Non è il caso di prendersela per così poco.
CARLOS
(indicando oltre la ringhiera) Sente quest’aria?... proprio come le avevo detto... è tutt’altra cosa da quella che muovono i ventilatori... peccato che duri poco. Non è che la disturbi se mi sono seduto al suo tavolo? lei magari preferiva leggere il giornale.
BERNARD
Anzi, mi fa piacere scambiare quattro chiacchiere.
CARLOS
La ringrazio. Noi su quest’isola ci sentiamo... isolati. Non è un gioco di parole, ma la verità. Ci sentiamo tagliati fuori dai grandi fatti del mondo, e così, quando arriva qualcuno delle sue parti, cerchiamo di riprendere i contatti. Ci sono mille cose sulle quali vorremmo discutere... Per esempio: che cosa ne pensate delle crisi asiatiche o dell’est europeo con le borse che stanno crollando? ... e i conflitti nei paesi africani o balcanici, darete una mano per risolverli, oppure pensate che siano fatti loro? E i problemi del mondo islamico?… questi ce l’avete di fronte… certo che se continuano a mettere bombe nelle vostre ambasciate, come si possono migliorare i rapporti? Ma che cosa le sto chiedendo? Dovrebbe almeno essere un capo di stato per rispondere... le nostre difficoltà attuali, poi, sono un fatto microscopico in mezzo ai problemi del mondo... e, a proposito, che cosa ne dice dei paesi europei che si sono messi insieme per diventare più forti, è un bene o un male?... e il prezzo del cotone andrà su o giù? Perché è proprio questo, in fondo, che ci interessa, il prezzo di quel che produciamo di più: cotone e banane, perché il minerale, il caffè e la canna da zucchero sono poca cosa.
CAMERIERE
(appare sulla porta e si rivolge a Carlos ritirandosi subito dopo) La chiamano al telefono, signor Carlos.
CARLOS
Riprenderemo più tardi la
discussione. Ora devo andare, mi scusi.
(esce)
BERNARD
(compone un numero sul suo cellulare, ma aspetta un po’ prima di ottenere la comunicazione) ... pronto... ci sei, allora?... stavo per chiudere, non speravo più di poterti parlare: pensavo che tu fossi ancora offesa e non volessi rispondere... ah, non ti è ancora passata! … via, Lucille, ti pare il caso di tornarci ancora su?… è un discorso concluso, mi sembra… per te non ancora… va bene, ne parleremo in un altro momento…dimmi di te e della bambina adesso… ah, eri in mare quando hai sentito lo squillo e sei schizzata su grondando acqua da tutte le parti... io invece grondo sudore dalla nuca, dalla fronte, da tutto il corpo... mi sento addosso la camicia inzuppata... sì, qui fa un caldo disperato, insopportabile... pensa un po’ se avessi portato anche voi in quest’inferno!... No, non voglio ricominciare, so che non l’hai ancora digerita, purtroppo, e non mi sogno davvero di tornarci sopra… Dovrei farla finita una buona volta con questo maledetto mestiere che mi sbatacchia per il mondo: sarebbe più che legittimo pensare a un posto tranquillo da dove poter guardare gli altri che si scatenano su aerei, navi e treni… non mi credi sincero?… dici che non ce la farò mai a piantare tutto? E invece ci rifletto seriamente: avremo tempo di parlarne… raccontami della bambina adesso… è accanto a te e sta giocando con la sabbia... ah, come vorrei essere anch’io lì con voi a guardare il mare azzurro e la sabbia candida con gli alberi che scendono fin sulla riva: non c’è niente che desidero di più, te lo giuro... e adesso che succede?... sento la bambina che piange... ha visto una bestiolina nera nella sabbia e ha avuto paura... è venuta a rifugiarsi fra le tue braccia... dille che non è niente e dalle un bacio per me... (entra Dorticos che avanza verso Bernard) ... devo chiudere ora, ti richiamerò più tardi... (chiude la comunicazione e avanza verso Dorticos tendendo la mano)... mister Dorticos?...
DORTICOS
(stringendo la mano) Piacere di conoscerla, monsieur Bernard. Mi scusi per il ritardo, ma la priorità di certi impegni può a volte sconvolgere anche le migliori abitudini.
BERNARD
Non deve scusarsi di niente. Capisco perfettamente.
DORTICOS
(prendendo posto al tavolo di Bernard) Lei si è creato un angolo fresco... (al cameriere che s’è avvicinato)... una birra anche per me. (il cameriere esce) Ha fatto bene a salire in terrazza.
BERNARD
Giù l’odore di rhum è insopportabile.
DORTICOS
La bevanda di queste parti. Ma ha fatto bene a salire anche per un’altra ragione: qui non ci sono orecchie curiose in ascolto.
BERNARD
A quello proprio non avevo pensato.
DORTICOS
E’ una misura precauzionale. (dopo un profondo respiro) Aria di mare, sente? viene di laggiù, oltre quei campi di cotone arroventati. Da quella parte il mare è sempre agitato, per via di una corrente sotterranea che fruga nel profondo e porta in superficie aromi acuti ed essenze sconosciute. Quando il vento è lieve e soffia in questa direzione, tutta l’isola è investita da questo profumo. Allora, anche a occhi chiusi si può sapere dove siamo. (entra il. cameriere che porta la birra ed esce. Dorticos beve un lungo sorso) E’ la prima volta che lei viene qui, vero?
BERNARD
Infatti.
DORTICOS
Non avrà ricevuto una grande impressione. Ma dovrebbe visitarla in un periodo normale, la nostra isola, quando è affollata dai turisti e il caldo non è così atroce. Allora varrebbe la pena dare un’occhiata alla spiaggia gremita di locali alla moda, o nei dintorni del casinò dove si svolge la vita notturna: qui arrivano famosi complessi rock e balletti con soubrettes e cantanti internazionali. Ha visto, invece, in che stato è ridotta di questi tempi?
BERNARD
Venti giorni di sciopero che si fanno sentire.
DORTICOS
(indicando col braccio) Lassù c’è qualcuno che ci osserva.
BERNARD
Come dice?... (guardando)... ah, sì, c’è un falco nel cielo.
DORTICOS
Osservi le sue ruote lente, sicure, perfette... sembrano disegnate da un compasso...
BERNARD
... controlla il suo territorio... neanche il più piccolo particolare riesce a sfuggirgli...
DORTICOS
... sa di essere il padrone assoluto, incontrastato... forse considera anche noi sottoposti al suo dominio.
BERNARD
Non ostenterebbe altrimenti una sicurezza così spavalda, provocatoria.
DORTICOS
Che macchina perfetta è il falco! vista acutissima, volo potente, attacco fulmineo.
BERNARD
Una macchina perfetta per aggredire.
DORTICOS
E c’è un’operazione più importante nel nostro regno animale?
BERNARD
Nostro?!... già!... davvero nostro.
DORTICOS
Lei è sbarcato stamani dal postale e, immagino, abbia già riferito le sue prime impressioni.
BERNARD
Di quel poco che ho potuto vedere finora, naturalmente. Ci sono altre cose che devo ancora capire. Per esempio, circola una strana atmosfera di attesa, come se qualcosa dovesse accadere all’improvviso.
DORTICOS
Ci si rende conto che lo sciopero non può continuare e tutti si interrogano sulle misure che verranno prese per stroncarlo.
BERNARD
Ci sono delle misure allo studio, allora?
DORTICOS
In una fase più avanzata, diciamo. Stiamo discutendo sulla loro applicazione.
BERNARD
Ci sarà un incontro fra le parti interessate, dunque?
DORTICOS
Un incontro, e a che scopo? Quello che chiedono gli scioperanti lo sappiamo e non abbiamo bisogno di sentircelo ripetere.
BERNARD
Ma loro non conoscono ciò che siete disposti a concedere, non sanno nulla della vostra controproposta.
DORTICOS
Quale controproposta? Noi non
abbiamo nessuna concessione da fare. O vogliamo ritrovarci fra qualche mese al
punto di oggi? E poi, quale esempio sarebbe per i lavoratori delle isole
vicine? Tutto resta così com’è, almeno fino a quando noi non decideremo
altrimenti...
(una pausa. I due bevono
lunghi sorsi delle loro birre)
BERNARD
Una resa senza condizioni. Pensa che sia facile da raggiungere e, soprattutto, da mantenere? Io non sono qui per dare lezioni, mister Dorticos, ma mi sembra improbabile che gli scioperanti tornino al lavoro senza neanche la speranza di un miglioramento. Da ottenere in futuro, magari.
DORTICOS
Nessuna promessa, monsieur Bernard. Potrebbe sembrare un atto di debolezza, e non c’è nulla di più pericoloso in questo momento. Lo sa perché è caduto il presidente Castillo?
BERNARD
Perché a un certo punto gli è mancato un adeguato appoggio internazionale.
DORTICOS
Quello è stato l’effetto, ma la causa va cercata altrove: nella arrendevolezza alle richieste della base va cercata, nella perenne trattativa portata avanti con l’illusione di raggiungere la pace sociale. Il presidente Ribeira non commetterà lo stesso errore: fermezza assoluta è la sua parola d’ordine.
BERNARD
La situazione, allora, non potrà migliorare rapidamente.
DORTICOS
Al contrario. Dimentica le misure che verranno applicate.
BERNARD
Di cosa si tratta?
DORTICOS
E’ un’operazione segretissima. Lei, sono certo, non vorrà insistere per farmi parlare.
BERNARD
Che cosa dovrò dire ai nostri amici che vorranno conoscere i particolari dell’operazione?
DORTICOS
Dica che lo sciopero avrà termine in breve tempo. Questo a loro deve bastare.
BERNARD
E’ un’assicurazione tranquillizzante. Lei sa bene che si tratta di installazioni ampie come non ne esistono da queste parti.
DORTICOS
L’isola è stata scelta come base per tutta la zona.
BERNARD
Appunto. Una base che non servirà solo agli elicotteri, ma anche ad aerei a decollo verticale. Poi ci saranno hangar per il ricovero degli apparecchi, officine per la riparazione e la manutenzione, gli alloggi per il personale addetto e, infine, gli impianti di sicurezza.
DORTICOS
La zona che ospiterà tutto questo è già stata scelta: non resta che iniziare la spedizione dei materiali.
BERNARD
Sono qui proprio per questo, mister Dorticos, per dare il via all’operazione.
DORTICOS
Avrà luogo una manifestazione solenne con partecipazione popolare, discorsi, tagli di nastri e via di seguito. Ci sarà anche il presidente Ribeira e, naturalmente, speriamo anche nella presenza dei nostri amici.
BERNARD
Non mancheranno di certo, una volta decisa l’attuazione del piano.
DORTICOS
Una volta deciso…? Vuol dire che non è ancora certo?
BERNARD
Il complesso deve sorgere in una situazione socialmente tranquilla. Io tengo in gran conto le sue assicurazioni ma, lei che conosce il mio compito, capirà che sarò costretto a far presenti certe perplessità.
DORTICOS
Non avete più bisogno della base, dunque?
BERNARD
Al contrario, solo che l’inizio dei lavori potrebbe essere ritardato, in attesa della pacificazione sull’isola.
DORTICOS
Non ci sarà nessun ritardo,
allora. (un improvviso e violento scoppio
di latrati) Che diavolo sta succedendo?!
(si avvicina alla ringhiera)
BERNARD
(anche lui si avvicina alla ringhiera) Qualcuno che tenta di varcare il filo spinato?
DORTICOS
Escluso. E’ impossibile superare la barriera, di giorno o di notte. Forse qualcuno s’è avvicinato un po’ troppo.
BERNARD
Ecco, si sono calmati.
(tornano tutti e due ai loro posti)
DORTICOS
Mi rendo conto della sua posizione e la rispetto. Riferisca pure quello che crede opportuno, ma lasci le conclusioni in sospeso: avrà modo prestissimo di riconsiderare il problema. Abbia fiducia, monsieur Bernard, quest’isola avrà presto l’eliporto che vi sta a cuore.
BERNARD
Me l’auguro anch’io.
DORTICOS
E la merce che dobbiamo ricevere?
BERNARD
Arriverà domani col postale della notte, proprio come era stato chiesto, e verrà collocata in normali cassette di rhum fasciate da regolari etichette.
DORTICOS
In questo momento non è prudente far sapere che cosa riceviamo. E’ una fortuna che i facchini siano in sciopero, così nessuno si stupirà se allo scarico provvederà la milizia. E, che cosa comprende la spedizione?
BERNARD
(cava uno stampato dalla tasca della giacca) Automat 95, i più recenti: leggeri, precisi, devastanti.
DORTICOS
E per l’inconveniente che si era verificato negli altri modelli?
BERNARD
L’inceppamento a canna calda?
Superato. E’ stato montato un dispositivo sicuro che isola ogni proiettile
dall’ingresso all’uscita, anche nelle prestazioni a raffica.
(entra Carlos
che si avvicina a Dorticos. e’ molto agitato)
DORTICOS
Qualcosa che non va?
CARLOS
Ha telefonato Ovidios: in centro sono tutti preoccupati... circolano gruppi poco rassicuranti... per ora si guardano in giro e parlottano fra loro, ma non si sa che cos’abbiano in mente.
DORTICOS
C’è la polizia a pattugliare le strade, no?
CARLOS
La gente non si sente sicura lo stesso. Hanno paura che l’acqua venga a mancare, e che si interrompa l’erogazione della corrente elettrica.
DORTICOS
Non accadrà niente del genere.
CARLOS
Intanto ho fatto abbassare le saracinesche dell’albergo. Per entrare dovranno usare la forza.
DORTICOS
Ma di chi stai parlando?
CARLOS
Di quelli laggiù... prova a dare un’occhiata… (porge un binocolo; Dorticos si avvicina alla ringhiera e guarda)... sono riuniti là in fondo... tutti ammassati davanti alla casa del lavoratore. Chissà che cosa stanno progettando.
DORTICOS
Ma che cosa vai a pensare?… non vedi che stano tutti tranquilli ad ascoltare i loro caporioni… quattro o cinque teste calde che si pavoneggiano nella situazione che sono riusciti a creare... eccoli lì in prima fila.
CARLOS
Sanno che ti trovi qui e stanno preparando un’azione contro di te.
DORTICOS
Calmati, Carlos, o il nostro amico avrà l’impressione di trovarsi sulla cima di un vulcano che sta per eruttare.
CARLOS
Come fai a essere così tranquillo?
DORTICOS
E tu come fai a essere così agitato?
CARLOS
Basta guardare le loro facce per sentirsi un coltello alla gola.
DORTICOS
Il nostro Carlos ha una fantasia piuttosto vivace.
CARLOS
Sono al limite della resistenza e un’azione disperata è più che possibile.
DORTICOS
Qualunque loro movimento è sotto controllo. La polizia pattuglia tutta la strada e, alle spalle della casa del lavoratore, la nostra milizia è pronta a intervenire.
BERNARD
E’ in corso un comizio. Dunque si tratta soltanto di parole, non di atti di violenza.
DORTICOS
Lo senti Carlos? Monsieur Bernard ha perfettamente ragione.
CARLOS
Soltanto parole, ma non sono proprio quelle che spingono alla violenza? (porge il binocolo a Bernard)... guardi anche lei: si sente rassicurato? Che cosa ci vuole perché quelle parole si trasformino in fatti?
BERNARD
Ci vuole un’immaginazione sbrigliata come la sua.
DORTICOS
Cerca di calmarti un po’, amico mio.
CARLOS
Forse le mie preoccupazioni sono esagerate. Io, però, avrei già dato l’ordine alla polizia e alla milizia di intervenire... per precauzione, s'intende.
BERNARD
E alla popolazione dell’isola, come si potrebbe spiegare il perché dell’intervento?
DORTICOS
Eccolo il vero problema, e chi governa non può dimenticarlo. Lei ha capito tutto, monsieur Bernard. Ci vedremo più tardi. Adesso devo andare.
CARLOS
Non vorrai passare con la tua macchina lì davanti, per caso.
DORTICOS
E perché non dovrei?
CARLOS
Passare in mezzo a loro con una macchina che ha i contrassegni del governo, può sembrare una provocazione.
DORTICOS
Non ci sono altre strade per arrivare al mio ufficio.
CARLOS
Fatti almeno scortare dalla polizia. Sei armato? e il tuo autista, lo è?
DORTICOS
Nessuna paura, Carlos, non
accadrà niente. A presto. (va verso l’uscita seguito da Carlos che gli parla
dietro)
CARLOS
Al primo accenno di pericolo torna subito indietro... (si avvicina alla ringhiera)...ma come si fa, dico io, a rischiare la propria vita in questo modo... (riprende il binocolo e segue dall’alto il percorso della macchina di Dorticos)... è già in moto e avanza lentamente... qui la strada è sgombra e potrebbe accelerare un po’... così... bene... ci siamo, è quasi arrivato in fondo... che cosa faranno quegli sciagurati, gli sbarreranno la strada... bloccheranno la macchina?… no... guarda un po’... si spostano per lasciarla passare... ci vuole un bel fegato, però: io non avrei avuto il coraggio... ecco, credo che il peggio sia passato... sì, ce l’ha fatta!
BERNARD
(prendendo la sua giacca) Vado anch’io a dare un’occhiata.
CARLOS
Ma dove va ?... chi glielo fa fare, scusi?
BERNARD
E’ il mio mestiere, sono un giornalista, no?
CARLOS
Io lo manderei al diavolo il mestiere, con tutto il giornale, in un momento come questo.
BERNARD
A presto.
(esce)
BUIO
SECONDA PARTE
(Si riaccendono
le luci; la stessa scena. Sono passate poche ore. Bernard entra con la giacca
in mano: è molto accaldato e va a collocarsi davanti ai ventilatori che
accende. Entra il cameriere.)
CAMERIERE
Ha bisogno di qualcosa, signore?
BERNARD
Di respirare prima di tutto. Ma non finisce mai il caldo da queste parti?
CAMERIERE
Non in questa stagione. Di notte, però, quando si alza la brezza che viene dal mare...
BERNARD
E soprattutto quando non si cammina tutto il giorno come ho fatto io.
CAMERIERE
Ha visitato la città?
BERNARD
Completamente. Fuori e dentro le mura spagnole. Ho trascurato solo le parti spiaggia e casinò: quelle sono zone per turisti e non mi interessano.
CAMERIERE
E’ salito sulla collina delle baracche?
BERNARD
Certo, e ho parlato a lungo con la gente. Sono sceso fino alla miniera, là ho trovato qualche difficoltà: i minatori non si fidavano troppo di me. Ho faticato un po’ a convincerli che io non ero contro di loro e che le mie domande avevano solo lo scopo di informarmi sulle loro condizioni di lavoro.
CAMERIERE
Due mesi fa c’è stata una sciagura con quattro morti. La direzione della miniera aveva la responsabilità dell’accaduto, ma tutto è stato tenuto nascosto: si è parlato di incidente per cause naturali.
BERNARD
I minatori mi hanno chiesto di far conoscere la verità all’estero, e io ho preso l’impegno. Poi, tornando qui. Mi sono fermato alla casa del lavoratore e ho intervistato il comitato degli scioperanti. Ho ascoltato le richieste che hanno avanzato e le ho trovate ragionevoli. Dorticos sbaglia a non voler trattare con loro: è gente seria che agisce col consenso della popolazione dell’isola...
CAMERIERE
(interrompendo bruscamente) Un momento!... (corre alla porta, ascolta, poi ritorna al tavolo di Bernard)... mi scusi, m’era parso di sentire qualcuno sulla scala... bisogna stare molto attenti, qui il padrone ha le orecchie lunghe e la lingua ancora più lunga. Certe cose si possono pensare, ma dirle è pericoloso.
BERNARD
Non per me certamente. Io sono qui proprio per occuparmi di questi problemi.
CAMERIERE
Ma ne scriverà su un giornale che certamente non arriverà sull’isola.
BERNARD
Però, posso avere una certa influenza sul governo Ribeira.
CAMERIERE
E ne potrebbe derivare un aiuto per noi?
BERNARD
Io non sono un filantropo, ma so che le ingiustizie, in un modo o in un altro, si ritorcono sempre su tutti.
CAMERIERE
Io avrei parecchio da raccontarle, ma non è possibile: qui sono sempre sorvegliato, e fuori di qui sarebbe ancora più pericoloso: i suoi movimenti, così come i miei, sarebbero puntualmente controllati.
BERNARD
Ma forse certi contatti non sono
necessari: mi sono già reso conto di parecchie cose; basta un po’ di esperienza
per andare avanti da solo: sono abituato a valutare situazioni del genere e...
(il cameriere che stava tenendo d’occhio la
porta fa un gesto per annunciare un pericolo, subito dopo corre verso il
tavolo. Entra Carlos)
CAMERIERE
Non le occorre altro, signore?
BERNARD
No, grazie.
(il cameriere
esce; Carlos lo guarda con sospetto e si avvicina al tavolo)
CARLOS
Non si fidi troppo di lui: è un elemento da tenere d’occhio. La stava annoiando, forse?
BERNARD
Al contrario, mi stava mettendo al corrente del clima che c’è da queste parti. Il caldo comincia a preoccuparmi. E pensare che mia moglie sarebbe voluta venire qui con la bambina.
CARLOS
Anche qui ci sono luoghi dove il caldo si sente di meno. La spiaggia, per esempio, è investita sempre dalla brezza marina. Poi, aria condizionata in tutti i locali, senza bevitori di rhum, per fortuna.
BERNARD
Mi sarebbe piaciuto averle qui tutte e due, e ho fatto fatica a non lasciarmi commuovere, ma quando lavoro preferisco sempre esser solo per potermi muovere meglio.
CARLOS
Ha trovato materiale per il suo giornale durante la passeggiata?
BERNARD
Direi di sì. L’isola è ricca di folclore ed è questo, in fondo, quello che interessa di più ai lettori.
CARLOS
Ma lei questo folclore non è andato a cercarlo nei posti giusti, se ha visitato la collina delle baracche, per esempio, oppure la miniera o la casa del lavoratore.
BERNARD
Vedo che tutti i miei spostamenti sono stati scrupolosamente annotati.
CARLOS
Qui il passatempo preferito è occuparsi dei fatti degli altri. Ma, tornando al folclore, dovrebbe vedere che cosa succede per la festa del patrono: balli di giorno e di notte, gare sportive, orchestrine scatenate: la gente sembra impazzita. Quest’anno, però, non credo ci sarà troppa animazione: questo maledetto sciopero in corso fa passare la voglia di festeggiare.
BERNARD
Lo sciopero dovrà pure finire.
CARLOS
Quando finiranno quelli che l’hanno voluto.
BERNARD
E perché non le condizioni che l’hanno provocato?
CARLOS
Lei è dalla parte di quegli sciagurati, per caso?
BERNARD
Io sono dalla parte dei salari equi, della scuola per i ragazzi, dell’assistenza per i malati e gli anziani.
CARLOS
Tutti vogliamo andare da quella
parte, ma non ci si arriva certo con la violenza.
(uno scoppio improvviso di
latrati fa avvicinare i due alla ringhiera)
BERNARD
Qualcuno che s’è avvicinato troppo allo sbarramento?
CARLOS
Qualcuno che si diverte a farli
inferocire, gettando sassi o bastoni al di là del filo spinato.
(i latrati
cessano e i due tornano al tavolo)
CARLOS
Lasci passare questo periodo di
caldo, monsieur Bernard, e venga sull’isola con sua moglie e sua figlia. Le
assicuro che qui la vita è dolce e piacevole. Le preoccupazioni delle città di
provenienza qui spariscono d’incanto: tutto è lontano, dimenticato,
inesistente. Scioperi e altre prepotenze non ci appartengono, non fanno parte
del nostro vocabolario. (scoppio di latrati, ma questa volta più soffocati)
CARLOS
(in piedi davanti alla ringhiera) Sono più lontani questa volta… sa che sentirli mi fa bene? Mi dànno un senso di sicurezza. E ce ne vuole di sicurezza in questi giorni! Viviamo nella paura e nell’incertezza. Oggi è entrata in sciopero un’altra categoria, quella degli addetti alle pompe di benzina. Non sono in molti sull’isola, ma il disagio che provocano è grosso. Se dovesse scioperare anche il personale alberghiero, sarei costretto a chiudere. Lei che è entrato in confidenza con il cameriere, ha saputo qualcosa da lui?
BERNARD
Non ne ha parlato proprio.
CARLOS
Non si è sbottonato. E’ furbo il nostro tipo… lei non lo conosce bene e non sa di che pasta è fatto. E’ una famiglia di minatori la sua… il padre e due fratelli… lui non è sceso in miniera per ragioni di salute… io conosco sua madre e mi sono fatto convincere a prenderlo qui, e guardi come mi ricompensa: parla alle mie spalle e mi spia. Chissà che cosa le ha raccontato di me.
BERNARD
Assolutamente nulla.
CARLOS
Lei non vuole danneggiarlo, ma è
tutto inutile. Sono costretto a tenerlo qui finché non cambia la situazione, ma
appena le cose saranno a posto, via! Una serpe in seno non la vuole nessuno
(il
cameriere appare sulla porta; a Carlos)
CAMERIERE
La vogliono al telefono, signor Carlos.
CARLOS
Mi scusi. Non è mai possibile
stare un momento tranquilli. (esce col
cameriere. Bernard compone un numero sul
cellulare)
BERNARD
Igor?… aspettavi di sentirmi?…
no, non sono stato sulla spiaggia a fare la corte alle turiste… non ne avrei neanche
voglia, del resto: qui il caldo continua a infuriare senza pietà… stai
tranquillo, però, le idee sono chiare. Dunque, lo sciopero ha letteralmente
stroncato la vita dell’isola e io volevo scoprire perché è scoppiato e se
c’erano segni di cedimento… no, non ci sono… c’è invece la determinazione a
farlo continuare. Le ragioni dello sciopero? le stesse, identiche ragioni che
affliggono questa zona del mondo: bassi salari, sfruttamento eccessivo, scarsa
assistenza sociale, metodi autoritari… come dici? che non devo lasciarmi coinvolgere dai sentimenti?… e come si fa a
restare insensibili davanti a queste situazioni? Ribeira e il suo governo
dimostrano chiaramente la loro inettitudine in questa circostanza… è un giudizio
troppo duro? Cosa ne dici, allora, della decisione che hanno preso di rifiutare
ogni trattativa?… non è affar nostro? a noi interessa soltanto valutare la
capacità del governo dell’isola di difendere le nostre installazioni. E’ la
prima volta, Igor, che mi chiedi un giudizio così… come dire… spregiudicato…
non è colpa tua? Lo so… un giorno ci prenderemo lo sfizio di risalire la
corrente per vedere a chi affibbiare tutta la colpa… no, non sto facendo il
moralista… che cos’è che vuoi sapere? in che modo saranno difese le nostre
installazioni?… cani e filo spinato… che cosa voglio dire?… niente di
importante… considerazioni personali… sì, per il momento polizia e milizia
riescono a controllare il malcontento, ma ci riusciranno anche in futuro?… sì,
ho parlato con Dorticos che, dopo avere escluso qualunque idea di trattativa…
mi ha detto di misure che verranno applicate per sbloccare la situazione, però
non mi ha voluto spiegare di che cosa si tratta e io non posso esprimermi in
proposito… anzi, se devo essere sincero, ti dirò che non ho alcuna fiducia… no,
non è pessimismo il mio, ma una fredda valutazione dei fatti che abbiamo
davanti… cosa c’è, non ti fidi più del mio giudizio? Per cosa mi mandate in
giro, allora? basta leggere i comunicati degli uffici stampa interessati, no?…
non sto perdendo la calma, solo che, dopo tutti gli anni che lavoriamo insieme,
pensavo di avere diritto a un po’ più di fiducia da parte tua… non mi sono
lasciato coinvolgere, come dici tu: ho gli occhi aperti e faccio funzionare il
cervello… nessun sentimentalismo: la mia è analisi nuda e cruda… la situazione
è pericolosa e, al momento attuale, non vedo una soluzione rassicurante. Non
posso chiedere un colloquio con Ribeira: Dorticos si sentirebbe scavalcato e mi
creerei un nemico mortale… non ci resta che aspettare per vedere come si
metteranno le cose… non abbiamo tempo? ma non siamo in guerra, perdio!…
insomma, se non vi fidate di me, che cosa ci sto a fare qui?! Ti rendi conto
che il paese è sconvolto da gravi turbamenti sociali o addirittura
insurrezionali? che fine farebbero, ora qui, le vostre installazioni?… ho detto
vostre invece di nostre?… non me ne sono accorto… sarà un caso o un inconscio
ripensamento ai nostri rapporti?… Bene… aspetto tue notizie. A risentirci.
(chiude la comunicazione; ha qualche gesto
di dispetto e muove qualche passo sulla terrazza, finalmente riprende il
cellulare e compone un numero. Ecco che il suo atteggiamento si rasserena)…
Lucille… ciao, cara… sei sulla spiaggia con la bambina?… cosa c’è, non hai
voglia di parlare?… la bambina ha sonno e la fai sdraiare sul lettino da
spiaggia?… va bene, chiamami tu quando s’è addormentata…
(chiude la comunicazione e resta in attesa; dimostra un certo
nervosismo. Un nutrito latrare di cani richiama la sua attenzione. Va a
guardare oltre la ringhiera, poi torna al suo tavolo. Riprende il cellulare e
compone un numero)… t’eri dimenticata di me, Lucille?… non ti va di
parlare… che cos’è successo?… s’è addormentata la bambina?… vuoi chiudere la
comunicazione… ma perché, se la bambina dorme?… pronto… pronto…
(la luce si concentra su una zona della
terrazza, mentre tutto il resto rimane in ombra. Lucille entra nel raggio di
luce: è vestita da spiaggia; prende dalla zona in ombra una sedia a sdraio,
l’apre, siede e spalanca un libro che incomincia a leggere. Nel raggio di luce
ora entra anche Bernard con la giacca in mano e facendosi vento con il
giornale)… è un piacere vederla dormire nel lettino sotto l’ombrellone… un
vero amore nel suo costumino rosso, tutta abbronzata dal sole… ah! si respira
qui da voi… da me, invece, il solito inferno di caldo; ma ormai mi sono
rassegnato e comincio quasi a non accorgermene più... è qui che passate le
vostre giornate… la vita d’albergo non fa per te e Minou si diverte un mondo
sulla spiaggia… non è vero, cara?… (Lucille
continua a leggere senza sollevare la testa)… sto parlando con te, Lucille,
non vuoi rispondere?… sei ancora offesa per quello che è successo?… ma non è
dipeso da me, tesoro, e non merito la tua punizione. Io ho bisogno di sentirti
vicina, adesso, per una decisione che devo prendere, per la nuova situazione
che potrebbe aprirsi davanti a noi… su, alza la testa, non ti fidi delle mie
parole, credi che sia una delle solite promesse che ti ho fatto? Questa volta
cercherò di andare fino in fondo, puoi crederci… se tu mi darai una mano, si
capisce… rispondimi, cara, non umiliarmi ancora con il tuo rifiuto di parlarmi,
di guardarmi addirittura…
(cerca di
abbracciarla mentre Lucille sfugge al contatto)
LUCILLE
Lasciami stare… sei tu che vuoi umiliarmi, adesso…
BERNARD
Ma che cosa dici!
LUCILLE
… non vuoi rispettare il mio risentimento, come se non fosse giustificato.
BERNARD
Io ti comprendo, invece, e rispetto la tua irritazione: hai il sacrosanto diritto di lamentarti e di tenermi il broncio, ma solo per un poco. Subito dopo il malumore deve lasciare il posto alla comprensione: è stato il mio mestiere a imporci questi sacrifici.
LUCILLE
Il mio mestiere, che parola magica! Basta quella per ricacciarmi in gola qualsiasi protesta. Il mio mestiere… e perché non lo pianti, una volta per tutte?!
BERNARD
Piano, cara, vuoi svegliarla?
LUCILLE
Non c’è più pericolo, posso alzare la voce.
BERNARD
E perché vuoi farlo? Sei così carina quando parli tranquillamente con il viso disteso e gli occhi sereni.
LUCILLE
Il vecchio sistema in funzione, vero? La carezza al momento giusto per far dimenticare il problema principale.
BERNARD
Ma no, cara, non voglio eludere il problema, lo sai, ne abbiamo già parlato a lungo, perfino bisticciati ci siamo, il primo, unico bisticcio fra noi… la carezza, come la chiami tu, mi è venuta spontanea… ma ti domando scusa, so che non vuoi essere vezzeggiata come una bambina: è a una donna che parlo e sono pronto a riconoscere i tuoi diritti, ad ascoltare le tue ragioni.
LUCILLE
Sei un campione di ipocrisia, Bernard: le carezze non funzionano e allora cerchi di stimolare il mio amor proprio.
BERNARD
Ebbene sì, hai scoperto il mio gioco. Non voglio affrontare questo problema, l’hai capito, ma c’è una ragione in questo continuo tentativo di rimandarlo.
LUCILLE
Una ragione, e quale?
BERNARD
Sono sul punto di prendere un’importante decisione.
LUCILLE
E non me ne vuoi parlare?
BERNARD
Prima devo avere tutto ben chiaro in mente, non vorrei crearti delle illusioni, nel caso dovessi rinunciare.
LUCILLE
Ho capito. E’ successo anche pochi giorni fa, ricordi? parlavi di piantare il tuo lavoro e di incominciare una vita nuova… avevi anche deciso di venire con noi in vacanza… tutto programmato fin nei minimi particolari… già un piede sull’aereo, si può dire, ed ecco una telefonata: tutto a monte, cancellato inesorabilmente, non la più piccola possibilità di dissentire, di negarsi… ed io che devo partire da sola con la bambina, senza capire che cosa sta succedendo, senza sapere quale avvenimento catastrofico devo ringraziare…
BERNARD
Devo ripeterti ancora le stesse cose?
LUCILLE
… era così indispensabile la tua presenza? Che cosa sarebbe successo altrimenti, un terremoto, un’alluvione?
BERNARD
Forse qualcosa che poteva essere paragonata a queste sciagure.
LUCILLE
Vuoi farmi paura? Io non posso immaginarti così potente e minaccioso.
BERNARD
Io non ho mai minacciato nessuno.
LUCILLE
E’ la faccia nascosta del potere la minaccia. Te la senti di sopportare responsabilità così mostruose?
BERNARD
Io sogno la tua vita accanto alla bambina, sulla riva del mare fresco e profumato; il potere non mi attrae di certo, e nemmeno la minaccia che contiene, come dici tu.
LUCILLE
E perché, allora, perché accetti il tuo mestiere?
BERNARD
Lo sto allontanando dai miei pensieri.
LUCILLE
Ma l’hai accettato finora, perché?
BERNARD
Mio padre ha passato la vita nelle ambasciate del nostro paese, è stato sbattuto in tutte le regioni del mondo, a nord e a sud, a est e a ovest, si è trovato coinvolto in due guerre e in una mezza dozzina di rivoluzioni, ha subito attacchi e attentati, ferito due volte, preso in ostaggio altre due. Si è mai chiesto il perché?
LUCILLE
Era un impegno politico il suo, un servizio reso alla patria, ma che cos’è il tuo, soltanto un mestiere del quale non ho ancora scoperto la natura e lo scopo.
BERNARD
Lavoro per la collocazione di alcuni paesi in un ordine più giusto ed equilibrato.
LUCILLE
E come riesci a raggiungere l’obiettivo?
BERNARD
Studiando le loro economie, dando consigli utili quando ce n’è bisogno.
LUCILLE
E inviando loro armi, non è vero?
BERNARD
Solo in casi eccezionali è avvenuto.
LUCILLE
L’hai mandate o no queste armi?
BERNARD
Quando erano necessarie alla sicurezza degli stati.
LUCILLE
E quando occorrevano per l’invasione di un paese vicino. Come è successo in Africa, dove ti trovavi l’anno scorso.
BERNARD
Non ho rimorsi per quello. L’invasione era indispensabile per portare aiuto a una popolazione che stava per essere annientata, forse per salvare una razza dall’estinzione.
LUCILLE
Sono aumentate di tono le tue parole: ecco perché ho parlato di potere e di minaccia.
BERNARD
Devi portarlo a termine ad ogni costo il tuo lavoro, anche quando è cresciuto di misura e ti sembra insostenibile per le tue forze.
LUCILLE
E non hai mai avuto dubbi o problemi di coscienza?
BERNARD
Non mi hanno mai lasciato, quelli: un continuo dialogo fra i miei principi e ciò che avevo intorno.
LUCILLE
Per arrivare dove?
BERNARD
L’ho cercata a lungo, Lucille, disperatamente, una linea di luce che mi guidasse alla verità accertata, indiscussa. Ma non si possono sempre rintracciare i giusti segni in una vicenda così aggrovigliata. Ti sembra di riuscirci, a volte, ma all’improvviso tutto ti sfugge di mano e ti ritrovi al punto di partenza.
LUCILLE
Il punto di partenza: eccola la soluzione, Bernard! Un’occasione da non perdere: ritornare a essere quello che eravamo quando ci siamo conosciuti.
BERNARD
E pensi che sia ancora possibile?
LUCILLE
Certo che è possibile! basta che ci sia la voglia di piantar tutto.
BERNARD
Quella non manca, Lucille, ora ne sono veramente sicuro…
LUCILLE
Vuoi dire che…?! … ho inteso bene, Bernard?!
BERNARD
Sì, cara, ho preso finalmente una decisione. Una scelta faticosa: non è facile staccarsi dalla propria vita.
LUCILLE
Ma la tua vita è qui con noi, fra le cose semplici e delicate: tua figlia, tua moglie, la nostra casa. Non devi più occuparti del destino dei popoli.
BERNARD
Gli ideali sono finiti da un pezzo.
LUCILLE
E che cosa resta, allora, un mestiere da portare avanti, un’abitudine.
BERNARD
Forse, a trattenermi finora è stata la paura del vuoto intorno a me.
LUCILLE
Che sciocchezze vai dicendo, caro, noi non aspettiamo che di riempire quel vuoto, io e Minou vogliamo averti accanto, tutto per noi, un padre alla nostra altezza che parli la nostra lingua.
BERNARD
E’ quello che voglio anch’io, ora, con tutte le mie forze!
LUCILLE
(abbracciandolo) E’ meraviglioso, Bernard! esistono davvero, dunque, parole come queste!
BERNARD
Dovevo sentirle prima vivere dentro di te: ero sull’orlo di pronunciarle, ma non sapevo decidermi: c’è voluta la tua spinta per farmi precipitare.
LUCILLE
Per spingerti in alto, vuoi dire, verso una vita felice, senza più ipocrisie, né problemi di coscienza da risolvere, né dubbi da superare.
BERNARD
Verso una vita di rimpianti e di frustrazioni, forse. Ma non c’è scampo: è quello che adesso devo affrontare, e ti ringrazio, cara, per avermi dato il coraggio di prendere questa decisione. Ora so quello che devo fare: porterò a termine quest’incarico, e sarà l’ultimo di cui mi occuperò… è particolarmente importante, e mi sta a cuore perché sento che posso influire a favore di questa gente.
LUCILLE
Noi ti aspetteremo con ansia, io e Minou… vieni presto da noi… sarà magnifico noi tre insieme… e non ci saranno più separazioni o partenze… ma una vita dolce e serena per noi tre… sempre… (le parole sfumano)
(Si riaccendono le luci; la stessa scena. E’ il mattino dopo. Carlos è
fermo sulla porta mentre il cameriere è al centro della terrazza.)
CARLOS
Vai a dare un’occhiata alla strada, ma fai in modo che nessuno ti veda.
CAMERIERE
Che pericolo ci può essere?
CARLOS
Possono pensare che stai spiando.
CAMERIERE
Guardare chi c’è nella strada non significa spiare.
CARLOS
Fai come ti dico; tieniti basso e non ti avvicinare troppo alla ringhiera
CAMERIERE
(all’altezza dei tavolini) Ecco, di qui si vede tutta la strada.
CARLOS
C’è qualcuno?
CAMERIERE
Solo macchine della polizia e due miliziani davanti all’albergo.
CARLOS
Posso venire anch’io?
CAMERIERE
Si capisce che può venire.
CARLOS
(avanzando curvo verso i tavolini) Fa un certo effetto trovarsi allo scoperto, in un giorno come questo… la vista è buona di qui, ma è meglio essere prudenti… dove saranno stati quegli spari di prima?
CAMERIERE
Non erano spari, ma sportelli di camion sbattuti.
CARLOS
Sarà… ma io avrei giurato che fossero spari.
CAMERIERE
C’era una bella differenza con quelli di stamani all’alba.
CARLOS
E i cani, dove sono i cani?!… perché non si sentono più?
CAMERIERE
Li hanno portati fuori i miliziani, legati a guinzaglio.
CARLOS
E hanno lasciato noi senza protezione?!
CAMERIERE
Stavano al di là del filo spinato, i cani, non era noi che proteggevano.
CARLOS
Non importa. La loro presenza dava sicurezza. (punta il binocolo) Non c’è anima viva.
CAMERIERE
La polizia ha ripulito la strada.
CARLOS
Anche la casa del lavoratore sembra deserta. Tu ne sai niente?
CAMERIERE
Che cosa vuole che sappia?
CARLOS
Dove si sono radunati, lo sai?
CAMERIERE
E perché dovrei saperlo?
CARLOS
Voci che circolano… a casa tua, magari.
CAMERIERE
A casa mia c’è soltanto mia madre che ne sa meno di me.
CARLOS
E tuo padre, e i tuoi fratelli?
CAMERIERE
Non mi dicono certo dove vanno.
CARLOS
Lo vedi… saranno a qualche riunione a organizzare qualcosa.
CAMERIERE
I miei non hanno mai fatto niente di male.
CARLOS
Forse i tuoi no, ma gli altri? Puoi garantire per gli altri, tu?
CAMERIERE
E chi può mai garantire qualcosa, dopo quello che è successo stanotte?…
CARLOS
(interrompendolo con un gesto) Hai sentito?… questi sono spari!
CAMERIERE
No, signor Carlos, non ha sparato nessuno.
CARLOS
Eppure sembravano spari… ci avrei giurato che… ma tu non avresti fatto caso neppure a quelli di stamani… o addirittura allo scoppio di stanotte.
CAMERIERE
Crede che sia diventato sordo?
CARLOS
Per te tutto è normale, non c’è mai da preoccuparsi.
CAMERIERE
E perché lo farei?
CARLOS
E chi lo sa? Forse per contraddirmi, oppure per mostrarmi il tuo coraggio. Del resto, te lo puoi permettere: non hai niente da perdere, tu, non sei preso di mira.
CAMERIERE
Stamani sono stati cinque come me ad essere presi di mira.
CARLOS
Non dovevano ribellarsi alla milizia, né alzare le armi contro di loro.
CAMERIERE
Era lì anche lei, signor Carlos?
CARLOS
Cosa vuoi dire?! Non credi a quello che hanno dichiarato le autorità?
CAMERIERE
E’ un pezzo, signor Carlos, che io credo soltanto a quello che mi passa davanti.
CARLOS
Eh, no, non puoi cavartela in questo modo: ci sono i verbali della milizia e della polizia, c’è il comunicato del governo. Vuoi mettere in dubbio le parole del presidente Ribeira?!
CAMERIERE
I cinque che sono stati ammazzati erano quelli che si sono dati più daffare in questo sciopero.
CARLOS
Appunto! i più sfrenati contro l’ordine e la legge.
CAMERIERE
Non ci sarà più sciopero, adesso. Era quello che il governo cercava, no?
CARLOS
Che cosa vuoi dire?!
CAMERIERE
Nulla, signor Carlos. Solo che erano in cinque in testa alla lotta, e ora non c’è più nessuno.
CARLOS
Stai attento a come parli: certe insinuazioni potrebbero costarti care.
CAMERIERE
Io non insinuo nulla, signor Carlos, parlo solo dei fatti che sono accaduti.
CARLOS
Quello che è accaduto è molto chiaro: la milizia stava indagando sull’attentato; quei cinque si sono ribellati e sono passati all’attacco.
CAMERIERE
Tutti e cinque?
CARLOS
Tutti e cinque. Che cosa vuoi che sia per chi ha avuto il coraggio di mettere una bomba alla camera di commercio?
CAMERIERE
Sempre quei cinque?
CARLOS
Sempre loro. Perché, hai qualche dubbio?
CAMERIERE
Io li conoscevo tutti e cinque, signor Carlos, e so che non hanno mai fatto niente contro la legge.
CARLOS
E la bomba alla camera di commercio è piovuta dal cielo?
CAMERIERE
Qualcuno ce l’ha messa di certo, ma non loro.
CARLOS
(interrompendolo con un gesto e facendo un passo indietro) Stanno arrivando delle macchine… guarda chi è… tieniti basso!
CAMERIERE
Sono due auto della polizia… procedono a passo d’uomo…
Attenzione!… lasciare libere le
strade… è vietato sostare agli incroci… sono proibiti gruppi di più di tre
persone… gli inadempienti verranno arrestati… attenzione!… attenzione!…
(la voce si allontana e sfuma)
CARLOS
Sono sempre qui davanti i due miliziani?
CAMERIERE
Sì, signor Carlos.
CARLOS
Chissà cosa sta succedendo in centro.
CAMERIERE
Deve proprio succedere qualcosa?
CARLOS
C’è un silenzio preoccupante… potrebbe accadere di tutto.
CAMERIERE
Ora sta arrivando un taxi… s’è fermato proprio qui davanti…
CARLOS
Guarda chi è che scende.
CAMERIERE
… è monsieur Bernard.
CARLOS
Viene dal centro… avrà notizie fresche… va a vedere se si ferma in camera sua o se sale quassù.
CAMERIERE
(va alla porta e si affaccia sulla scala)
Mi sembra che voglia
salire… sì, signor Carlos, sta venendo qui.
(entra
Bernard. E’ accaldato e spossato; va subito ad accendere il ventilatore e si
lascia scivolare su una sedia lì davanti)
CARLOS
Viene dal centro, monsieur Bernard… e che aria tira laggiù?
BERNARD
(cupo) Sangue… odore di sangue dappertutto… miasmi di sangue che riempiono le strade: il macello s’è spalancato sull’isola… cinque cadaveri sui tavoli di marmo dell’obitorio e tre bare bianche allineate nella chiesa…
CARLOS
I tre bambini dell’orfanotrofio adiacente alla camera di commercio. La carica di dinamite era troppo potente e ha fatto crollare anche il muro divisorio… una strage inutile.
BERNARD
Perché inutile?
CARLOS
Che cosa c’entravano i bambini dell’orfanotrofio?
BERNARD
E che significato poteva avere mandare all’aria un locale vuoto della camera di commercio?
CARLOS
Lei vuol dire che…?
BERNARD
La carica era stata misurata ad arte proprio per far crollare quella parete e seppellire quei bambini.
CARLOS
Ma è atroce!… una macchinazione mostruosa!
BERNARD
Costruita però con una sbalorditiva precisione: tre orfani che non lasciano dietro di loro ingombranti famiglie in lacrime, ma solo orrore e sdegno in tutta la popolazione. Ecco, dunque, che la successiva azione della milizia contro quei cinque è pienamente giustificata.
CARLOS
(al cameriere) Che cosa continui a fare qui? Vai giù a vedere se c’è bisogno di te. (il cameriere esce) Come ho fatto a non pensarci subito? Si voleva la strage per far colpo sulla popolazione. Quei cinque non potevano sbagliare: sono minatori abituati a usare ogni giorno l’esplosivo. Sapevano calcolare bene, loro, la potenza di quella carica di dinamite.
BERNARD
Solo che non è stata usata dinamite… ma cordite.
CARLOS
E come fa, lei, a sapere che cos’è stata usata? Che cosa ne sa lei di esplosivi?
BERNARD
Via, signor Carlos, lasciamo perdere le false ingenuità: lei sa bene che non sono un giornalista e conosce le ragioni per cui mi trovo qui.
CARLOS
Va bene, monsieur Bernard, anche se conosce gli esplosivi, non capisco come faccia a dire che s’è trattato di cordite.
BERNARD
Non sono io a dirlo, ma l’odore puzzolente dell’olio che c’è dentro. Non si può sbagliare. L’ho riconosciuto subito alla camera di commercio dov’è avvenuta l’esplosione.
CARLOS
E che cosa cambia? Si vede che hanno usato quella invece della dinamite.
BERNARD
Cordite che è stata inviata un mese fa al vostro governo: una fornitura per i vostri mezzi navali.
CARLOS
Gli attentatori saranno riusciti a metterci le mani sopra.
BERNARD
Un po’ difficile con i cani e il filo spinato, non le sembra?
CARLOS
Insomma, lei vorrebbe forse insinuare che…?
BERNARD
No, signor Carlos, io non insinuo: lo dico apertamente. C’era bisogno di questo per placare l’opinione pubblica, mentre si eliminavano quelli che dirigevano il movimento di sciopero.
CARLOS
Ma se hanno attaccato la milizia, con le armi in pugno!
Quando erano già morti gli hanno messo in pugno le armi.
CARLOS
E’ inaudito quello che sta dicendo!… una brutale accusa al governo dell’isola… un’offesa bruciante al nostro presidente!…
BERNARD
Erano queste le misure preparate per spezzare lo sciopero!
CARLOS
Si controlli, monsieur Bernard! lei non può permettersi di sbandierare le sue teorie in questo modo.
BERNARD
E chi può impedirmelo?
(entra il cameriere)
CAMERIERE
Mister Dorticos vuol parlare con lei, signor Carlos.
CARLOS
E’ al telefono?
CAMERIERE
No, è qui di persona.
CARLOS
Scendo subito, allora.
(esce con il cameriere, ma quest’ultimo
torna subito indietro)
CAMERIERE
Lei è in pericolo, monsieur Bernard: il signor Carlos starà certamente raccontando a Mister Dorticos quello che lei ha detto poco fa.
BERNARD
Non sono in pericolo, gliel’assicuro.
CAMERIERE
Lei non conosce quei due: si metta in salvo prima che sia troppo tardi.
BERNARD
Grazie dell’avvertimento, ma non intendo spostarmi. Non sono un eroe, gliel’assicuro, solo che la mia posizione mi fornisce uno scudo per ripararmi.
CAMERIERE
(andando alla ringhiera) E’ un continuo passare di camion: polizia e milizia si spostano verso il centro.
BERNARD
Poco fa tre pattuglie sono state circondate e disarmate.
CAMERIERE
Davvero?! Io so di molti che hanno lasciato le case e si sono radunati sui monti.
BERNARD
Non hanno voglia di restare a
fare i bersagli della milizia.
(entrano
Carlos e Dorticos; il cameriere fa finta di aggiustare i tavoli)
DORTICOS
Posso restare da solo con monsieur Bernard?
CARLOS
Certo…
(al cameriere con un cenno della testa)… giù! (i due escono)
(si avvicina a un tavolo, siede e solleva gli occhi al cielo) E’ di nuovo lassù. Non l’avevo visto per tutta la mattina… forse era nascosto da qualche parte a dilaniare l’ultima preda… ora è di nuovo in caccia… vede?… ha ripreso a scrutare il suo territorio con le sue ruote lente… aspetta una nuova occasione e poi, giù inesorabile, come un sasso scagliato dall’alto. E’ un animale nobile il falco. Gli altri usano varie tecniche per l’attacco: quella dell’agguato, magari, o della mimetizzazione nell’erba, fra gli alberi o i cespugli, dell’aggressione di gruppo, dell’avvicinamento solitario alla preda, aiutato dal vento o dai rumori della foresta. Ma il falco assale in piena luce, a testa alta, in un gioco di potenza e di efficienza inimitabili.
BERNARD
Le piacciono le metafore, mister Dorticos, ma questa non credo si possa completamente adattare al nostro caso.
DORTICOS
Non ne avevo l’intenzione. L’episodio non è certo degno di figurazioni retoriche. Ha bisogno di restare nascosto accuratamente per essere dimenticato il prima possibile.
BERNARD
Questo sarà un po’ difficile.
DORTICOS
Lo so, purtroppo: una ferita dolorosa dura da rimarginare. A noi non resta che liberarci dalle emozioni e guardare gli avvenimenti con freddezza scientifica.
BERNARD
Apprezzo la scienza quando è al servizio dell’uomo.
DORTICOS
La capisco perfettamente, monsieur, e condivido il suo giudizio. Io stesso ho fatto fatica a vincere la ripugnanza che provavo. Continuavo ad agitare le ragioni all’origine dei fatti, lo stato di necessità che aveva determinato l’accaduto, ma era tutto inutile: restava un’azione brutale e spietata che non era possibile ricondurre nei confini dell’umano. Poi il sole, invece, s’è levato come al solito, e gli uccelli hanno cantato come tutti i giorni. Il mare ha acquistato la stessa delicata trasparenza e dall’acqua s’è alzata quella brezza leggera che oggi riesce a temperare il calore della giornata.
BERNARD
Un miracolo che tre bambini e cinque lavoratori oggi non hanno potuto apprezzare.
DORTICOS
Loro no, ma gli altri? Sa che cosa ha significato per l’isola questo sciopero? Raccolti perduti, impegni commerciali mancati, un’intera economia alla deriva.
BERNARD
Si poteva evitare con una trattativa.
DORTICOS
Adesso è possibile trattare, non prima, quando avevamo il coltello alla gola.
BERNARD
Lo stato di necessità non può essere mai invocato davanti alla certezza di una programmazione.
DORTICOS
Per un professore di diritto, forse, ma non crede che il principio di valutazione debba essere modificato per coloro che hanno responsabilità di governo?
BERNARD
Non sono un giudice, per fortuna,
e non ho sentenze da emettere.
(voce di
altoparlante dalla strada. Dorticos si avvicina alla ringhiera)
Attenzione!… lasciare libere le
strade… è vietato sostare agli incroci…
(la
voce si allontana e sfuma)
DORTICOS
Non mi sembra il caso di mantenere quest’atmosfera di pericolo… bisogna che la gente torni a circolare, a riaffollare le strade: dimenticherà più facilmente…è vero che domani ci saranno i funerali, ma supereremo anche quelli… e poi, finalmente, tutto tornerà come prima, anzi, meglio di prima… lo sa che abbiamo in mente l’ampliamento del porto?… da un po’ ci siamo resi conto che i moli cominciavano a essere insufficienti per le nostre esigenze… i lavori incominceranno il mese prossimo… e anche l’estrazione mineraria subirà un incremento notevole: per quest’anno ci accontenteremo del 10% ma, non appena avremo provveduto alle attrezzature necessarie, pensiamo di raggiungere in breve il 100%… Trasformeremo la nostra isola, monsieur Bernard… la nota dolorosa di oggi sarà presto un ricordo sbiadito.
BERNARD
Mi rallegro per queste prospettive. Sono sicuro che anche ai nostri amici farà piacere apprenderle.
DORTICOS
A proposito, non è più necessario che lei telefoni la consueta relazione: ho già provveduto io a metterli al corrente.
BERNARD
Ha riferito sull’accaduto… con tutti i particolari?…
DORTICOS
Certo. Ne è stupito, forse?
BERNARD
… con la versione ufficiale dei fatti, oppure così come si sono svolti veramente?
DORTICOS
Via, monsieur Bernard, i nostri amici sono persone intelligenti e hanno capito subito tutto, proprio come ha fatto lei. Non c’è stato bisogno di ulteriori spiegazioni.
BERNARD
E come hanno reagito?
DORTICOS
Com’era naturale: si sono rallegrati per lo sciopero che sta per finire. Aspetteranno una decina di giorni e poi incominceranno a inviare i materiali per la costruzione dell’eliporto… (accendendo un ventilatore)… la temperatura si è senz’altro abbassata, però si sente ancora bisogno di un po’ di fresco… ah, così va meglio!… ma adesso devo lasciarla… (si avvia verso la porta, ma si ferma)… già, dimenticavo… devo informarla di qualcosa di spiacevole, ma sono certo che lei capirà perfettamente…
BERNARD
Che cosa dovrei capire?
DORTICOS
La nostra situazione in questo momento. Lei si renderà conto che dobbiamo continuare a sostenere la versione ufficiale dell’accaduto; non è davvero il momento di raccontare tutta la verità.
Attenzione… attenzione!…
DORTICOS
Ecco, ascolti…
Un gravissimo attentato ha
turbato stanotte la vita della nostra isola: una bomba è stata fatta esplodere
nei locali della camera di commercio, con l’evidente scopo di rendere più
drammatica la difficile situazione creata dallo sciopero. La carica esplosiva
ha fatto anche crollare la parete dell’adiacente orfanotrofio, seppellendo tre
bambini che stavano dormendo. La ricerca degli autori dell’orrendo crimine è
immediatamente scattata e, alle prime luci dell’alba, i responsabili
dell’attentato, compiuto con la dinamite sottratta alla miniera, sono stati
individuati. I criminali si sono opposti con le armi all’arresto e, nella
sparatoria, cinque di loro sono caduti sotto i colpi. Attenzione…attenzione!…
(la voce si allontana e sfuma)
DORTICOS
E’ questo quello che vogliamo sappia la popolazione dell’isola.
BERNARD
E i compagni di lavoro degli uccisi? Loro sanno come si sono svolti i fatti.
DORTICOS
Di quelli mi preoccupo meno: sono la parte interessata. E’ il giudizio di chi sta al di fuori che conta. Di un osservatore come lei, per esempio.
BERNARD
Non ho alcun interesse a occuparmi di questa faccenda.
DORTICOS
Io non voglio mancarle di rispetto, monsieur Bernard, ma la sua dichiarazione non mi basta. Lei capisce bene che cosa potrebbe succedere se qualcosa dovesse sfuggirle.
BERNARD
Io non ho che la mia parola da darle.
DORTICOS
E io l’accetto fiducioso. Però sono anche certo che lei mi capirà se sono costretto a prendere alcune misure precauzionali.
BERNARD
Per esempio?
DORTICOS
Pregarla di non lasciare
l’albergo e di non offendersi se ho dovuto raddoppiare le guardie qui davanti.
Spero che queste misure abbiano una brevissima durata. Grazie per la
comprensione, comunque, e arrivederci a presto.
(esce)
Dopo un attimo di riflessione compone un numero sul cellulare)
Pronto…
pronto… ma non c’è nessuno lì?!… ah, finalmente!… chi è all’apparecchio?… io
voglio parlare con Igor… chi sono io? sono Bernard, mi passi subito Igor… non
c’è?… una riunione importante e lei non lo può disturbare?… e quando finirà
questa riunione… non lo sa?… no con lei non posso parlare…ritelefonerò…
(abbandona il ricevitore, fa qualche passo
concitato sulla terrazza, poi impugna di nuovo il cellulare e ricompone un
numero) Pronto… sì, sono sempre io… vada a dire a Igor che Bernard gli
vuole parlare… sì, ho capito che si trova in riunione, ma io ho notizie della
massima importanza… vada, perdio!… prendo io ogni responsabilità!…
(aspetta agitato e impaziente e,
finalmente…) … allora?!… non può venire?… ma gli ha detto che…? è già
informato di tutto… non ha bisogno di altri particolari… e in quanto a me, che
posso lasciare l’isola quando voglio: la missione è conclusa…
(lascia scivolare il ricevitore lungo il
viso; tra sé)… scaricato… mi hanno scaricato!…
(riporta l’apparecchio alla bocca)… pronto… pronto!
(non c’è più comunicazione e Bernard
abbandona l’apparecchio. Il cameriere entra cautamente sulla terrazza: è in
preda a una viva emozione)
CAMERIERE
Giù stanno perquisendo la sua stanza, monsieur Bernard!
BERNARD
E che cosa diavolo cercano?!
CAMERIERE
Frugano fra le sue carte…
vogliono sapere dove si trovano sua moglie e sua figlia in questo momento.
(Bernard si slancia verso la scala, ma ci
ripensa e torna indietro; fra sé)… Dorticos vuole essere certo che terrò la
bocca chiusa… (afferra il cellulare e
compone un numero) Lucille!… dove ti trovi, sulla spiaggia con la bambina?…
stai bene attenta a ciò che ti dico: lascia tutto dove si trova, prendi la
piccola e vai all’aeroporto… no, non passare dall’albergo, non preoccuparti dei
bagagli… non farmi domande, tesoro, ti spiegherò più tardi: ora non c’è da
perdere un minuto. Segui a puntino le mie istruzioni… no, io non sono in
pericolo, ma lo siete tu e la bambina… all’aeroporto sali sul primo aereo in
partenza… per dove non ha importanza: ti telefonerò io quando tutto sarà
finito… fai in fretta, ti scongiuro… a presto, amore…vai!
(chiude la comunicazione. Scoppi di fucileria da diverse direzioni)
CAMERIERE
L’isola è insorta… questi colpi vengono dal centro… e questi dalla montagna…
BERNARD
Non possiamo restare qui… (va a guardare la strada)… davanti, però c’è la milizia a sorvegliare.
CAMERIERE
Passeremo dal retro… c’è un viottolo in mezzo ai campi di cotone.
BERNARD
Bene, andiamo…
(il cameriere cava dalla cintura una pistola
e la porge a Bernard)
CAMERIERE
Questa potrebbe servirti.
BERNARD
(la prende e subito dopo abbraccia il cameriere. Ancora spari lontani) E’ meglio che tu lo sappia, nel caso debba capitarmi qualcosa. Stanotte con il postale arrivano armi per il governo: sono state collocate in normali cassette di rhum. Ma il postale dovrà essere intercettato al largo dell’isola, perché all’arrivo ci sarà la milizia ad attenderlo.
CAMERIERE
Informeremo gli altri. Andiamo!
(escono tutti e due con circospezione.
Sirene della polizia)
Attenzione… attenzione!… un
gravissimo attentato ha turbato stanotte la vita della nostra isola…
(la voce si allontana e si spegne. Echi di
spari da direzioni diverse, di sirene della polizia, di latrati di cani).
Estratti da opere storico – letterarie