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(atto unico)
Premio “Pirandello - Brecht
project” – New York, 1994
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fantasticando su un personaggio di Luigi Pirandello
[Testo tutelato
dalla Società Italiana degli Autori e degli Editori (S.I.A.E.)]
Fantasticando su un personaggio di Luigi Pirandello (Zi’ Dima, l’interprete de “La Giara”) che si muove in un’altra avventura nella quale riesce ad aiutare due giovani che si vogliono bene, così come, nel suo mestiere, riesce a collegare le due parti di un vaso che s’è rotto. E tutto si svolge sull’aia di una cascina, sotto lo sguardo di una luna incredibilmente grande e luminosa.
Durata: atto unico
Genere: realistico
5 personaggi (3 uomini e 2 donne)
Premio
Pirandello-Brecht project – New York
_______P E R S O N A G G I______
RICO giovane contadino
L'azione si svolge sull'aia di una cascina.
(Il
presentatore avanza dal fondo buio e si ferma al proscenio)
Ecco! sta per incominciare lo spettacolo e alcuni
personaggi sono sul punto di prendere vita davanti a voi, proprio come succede
quando aprite un libro e i protagonisti escono dalle pagine stampate per
narrare la loro storia. Non tutti i personaggi, però, sono docili figli del
loro autore, pronti a rientrare nelle pagine del libro o del copione teatrale
al termine della lettura o dello spettacolo: alcuni riescono talvolta ad
andarsene in giro per conto loro, a vivere una storia che il loro autore non
aveva previsto. C'e' poi il caso di protagonisti di vicende non scritte, come
racconta Pirandello nei "Sei personaggi in cerca d'autore". Ma qui il
discorso esce dai limiti che oggi ci siamo proposti: oggi vogliamo parlare
soltanto della vita autonoma che un personaggio puo' avere, fuori dalla storia
nella quale ha visto la luce. E giacché abbiamo parlato di Pirandello,
occupiamoci di un personaggio creato da lui: di zi’ Dima, il conciabrocche de
"La giara". Ve lo ricordate, vero? zi’ Dima con il suo mastice
miracoloso, che, entrato in una giara da olio rotta, dopo avere incollato i
pezzi non riesce a uscire dall'imboccatura. Zi’ Dima ha un'altra storia da
raccontarci. Siamo sempre sull'aia di una cascina siciliana...
(alle
spalle del presentatore la scena s'illumina)
…e anche questa volta in cielo c'e' una splendida luna piena...
(si
acccende la luna. Il presentatore esce a sinistra; da destra entra zi’ Dima con
una cesta, mentre dalla porta della cascina esce Marta, un'anziana contadina)
A quest'ora venite, zi’
Dima?
Dovete scusarmi, comare Marta, ma alla cascina di Don Vito mi hanno
fatto far tardi: mancavano i pezzi di una giara e, per ritrovarli, abbiamo
perso del tempo.
Allora potevate tornarvene in paese e venire qui domattina.
Per rifare tutta la strada dal paese a qui? ero gia' alla cascina di
Don Vito, e quindi mezzo arrivato.
Cosa volete combinare a quest'ora? non c'e' nessuno per darvi una mano,
e le giare da accomodare vanno tirate su dalla cantina, a pezzo, a pezzo.
Vi ho detto che voglio
lavorare, forse?
Beh, allora è un altro
discorso.
Basta che mi diate un pugno di paglia per appoggiare la testa e
riposare qualche ora. Alle giare ci penseremo domattina.
Così va bene, zi’ Dima. Se vi adattate nel fienile, vi darò una
coperta.
Grazie,
comare… io intanto mi godo
un altro po’ di questa
luna... non l’avevo mai vista così bianca… come una sposa che si spoglia
la prima notte davanti al marito…
Tacete, zi’ Dima! ci sono orecchi innocenti, intorno.
Cos'ho detto di male? sono cose che anche gli innocenti devono imparare.
Ci sarà tempo per loro: prima di attaccare l'asino al carro, bisogna
aspettare che cresca.
Vado a portare la coperta nel fienile... e state attento con la vostra
pipa: non ci vuol nulla per mandare tutto a fuoco.
State tranquilla, comare Marta, non la caverò neppure di tasca…
Marta
Felice notte, zi’ Dima.
Felice notte a
voi.
(Marta esce e zi’ Dima si sposta verso il fondo ad
ammirare il paesaggio. Una ragazza, Annetta, entra furtivamente e si mette a
frugare nella cesta di zi’ Dima che, accortosi della ragazza, si avvicina in
punta di
piedi
alle sue spalle e l'afferra per un polso)
Annetta
(ha
un soprassalto)
Ah !...
Che cosa stanno cercando queste mani fra le mie cose?...
(la
ragazza cerca di fuggire)
... allora, si può sapere?... soldi?... quando li ho non li tengo nella
cesta...
(la
ragazza cerca ancora di liberarsi)
... cosa stavi cercando?... non vuoi rispondere?... prima di tutto,
guardiamo che faccia hai...
(la
tira verso la luce)
Annetta
Ahi!... mi
fate male!
La lingua almeno non ti manca... su con la testa che ti voglio
guardare... su... su... un bel faccino, ma non mi sembra di averlo mai visto...
chi sei?... non vuoi dirmelo?... allora chiamerò gente e qualcuno forse ti
conoscerà...
Annetta
No, vi prego, zi’ Dima, non chiamate nessuno!
Zi’ Dima
E allora dimmelo tu chi sei.
Annetta
Sono Annetta, la figlia di Marta.
Zi’ Dima
Ah! sono proprio curioso dl sentire cosa dirà tua madre quando saprà la
faccenda.
Annetta
Zi’ Dima
Non si muore per così poco
alla tua età... Allora, cosa cercavi nella mia cesta?... non me
lo
vuoi dire?... e va bene!
forse tua madre lo saprà...
(fa
l'atto di muoversi, ma Annetta gli si attacca al braccio)
Annetta
No, per carità!... in
ginocchio vi supplico, Zi’ Dima...
non fate parola con nessuno...
Zi’ Dima
Sei tu che vuoi aprirmi la bocca.
Annetta
Io?!...
Zi’ Dima
Annetta
Zi’ Dima
Perché frugavi nella mia cesta, che cosa cercavi?
Annetta
Nulla,
vi
assicuro.
Che razza di risposta sarebbe? io, per nulla, non vado a mettere le
mani in tasca agli altri.
Annetta
Era... uno scialle... che ho
lasciato qua fuori che stavo cercando.
E lo cercavi nella mia cesta? via, trovane un'altra di scuse!
Annetta
Eppure... no, avete ragione, vi ho detto una bugia... non era lo
scialle che cercavo.
Adesso sì che incominciamo a ragionare. Che cos'era, allora?
Annetta
Zi’ Dima
E anche se mi arrabbiassi, potrei fare paura a qualcuno?
Annetta
Zi’ Dima
Sta bene: ti prometto di non andare in collera.
Annetta
Era... il vostro mastice che cercavo.
Annetta
Tutti
ne
parlano... non fanno che
dire che è miracoloso... che niente riesce a staccarsi quando è stato unito dal
mastice...
Zi’ Dima
Annetta
Un... un vaso... che ieri
m'è caduto di mano e
s'è rotto.
Zi’ Dima
E perché non l'hai detto a me? sono il conciabrocche, no ?... vasi,
orci, giare... sono qui per questo.
Annetta
Non volevo che mia madre lo venisse a sapere.
Guardami un
po' negli occhi, Annetta...
io vedo una grossa bugia che corre, corre... no, non muovere la testa: negli
occhi devi guardarmi...
(Annetta
scoppia
a piangere)
… eccolo, lo sapevo!...
(aspetta
che la ragazza si sfoghi; accarezzandola)
… allora, è così brutta questa verità che non si può tirarla fuori?
Non era per un vaso... che
mi serviva il
vostro mastice...
Zi’ Dima
E per
cosa, allora?
Annetta
Per… per un giovane che viene qui a lavorare…
Zi’ Dima
E rieccoci daccapo. E che cosa doveva farsene quel giovane del mio
mastice?
Annetta
Non era a lui che serviva, ma a me.
Zi’ Dima
Insomma, vuoi farmi perdere la pazienza?! Cosa sono questi bisticci di
parole?... è per un giovane, no è per me… vuoi deciderti?
(Annetta
ricomincia a piangere)
... senti, puoi anche chiudere il rubinetto, perché io non mi
commuovo... anzi, è meglio che vada da tua madre…
(fa
l’atto di muoversi, ma Annetta lo trattiene)
Annetta
Fermatevi, in nome di Dio! dirò tutto.
Zi’ Dima
Annetta
In giro non si fa che parlare del vostro mastice, dei miracoli che
riesce a compiere...
Zi’ Dima
Questo l'hai già detto.
Annetta
... e allora io ho pensato
che, se davvero riesce a far restare unita ogni cosa... forse sarebbe riuscito anche a
non far staccare da me quel giovane di cui vi parlavo...
Zi’ Dima
Annetta
(parlando
e piangendo)
Sì,
sono passati tre mesi da
quando ha detto di amarmi... ma poi, all'improvviso, s'è raffreddato... e ha
incominciato a guardare un'altra...
Zi’ Dima
Annetta
Se è così forte da tenere unita ogni cosa, ho detto, riuscirà anche a
tenere attaccato quel giovane a me.
Zi’ Dima
E come lo volevi attaccato, con la testa, con un piede?
Annetta
Non in quel modo, zi’ Dima... di dentro volevo che non si staccasse...
gliel'avrei fatto bere il vostro mastice.
Zi’ Dima
Annetta
Sciolto nell'acqua.
Zi’ Dima
E l'avresti
ammazzato, sciagurata!
Annetta
Un
poco soltanto...
Zi’ Dima
Annetta
(scoppia
in singhiozzi)
Zi’ Dima
Ah, piangi, ora... e avresti dovuto piangere per tutta la vita, fino a
consumarti gli occhi.
Annetta
(piangendo)
Sono così disgraziata, zi’ Dima... aveva detto di amarmi... e io
l'avevo creduto... e ora, invece...
Zi’ Dima
Invece che cosa?
Annetta
... ora ha messo gli occhi addosso a quell'altra... io non esisto
più... ormai non vede che lei, non pensa che a lei...
Annetta!... Annetta!...
Zi’ Dima
Rispondi a tua madre.
Annetta
Sono qui, mamma... sono qui con zi’ Dima...
Zi’ Dima
E' con me, comare Marta, state tranquilla... con me a guardare la
luna...
(ad
Annetta)
... e chi sarebbe questo giovane?
Annetta
E' Rico, il figlio di Salvatore.
Zi’ Dima
Lo conosco... mi pare un ragazzo ammodo.
Annetta
E' uno
spergiuro traditore,
mancatore di parola, ingannatore infame...
Zi’ Dima
Annetta
... un serpente viscido, uno scorpione pieno di veleno...
Zi’ Dima
Bella
roba che vuoi tenerti
attaccata.
Annetta
Voi non sapete quello che mi ha fatto passare.
Zi’ Dima
Annetta
E' successo tutto tre mesi
fa, per la festa della Madonna... lui era
uno dei quattro che portavano il baldacchino, e
proprio allora mi dette
la sua parola...
Zi’ Dima
Annetta
Sì, davanti a tutti: apriva
la bocca per cantare, e invece
parlava a me.
Zi’ Dima
Ma il baldacchino si muoveva e tu cosa facevi, gli andavi dietro?
Annetta
Non dietro, davanti.
Zi’ Dima
Annetta
Il prete era nel mezzo e ai lati c'eravamo noi, vestite di bianco e con
i gigli in mano... io ero l'ultima della fila...
Zi’ Dima
... e,invece di cantare, stavi a sentire Rico...
Annetta
Avrei dovuto strapparmi gli orecchi, invece.
Zi’ Dima
Allora, se ho capito bene, Rico col baldacchino sulla spalla e tu
davanti a lui con i fiori in mano, chiacchieravate dei fatti vostri, facendo
finta di cantare.
Annetta
Sì, più o meno così, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Annetta
Più o meno... c'era pericolo che gli altri ci sentissero, e così
qualche volta dovevamo cantare davvero.
Zi’ Dima
Annetta
Zi’ Dima
Fammi sentire come se la cavava Rico... con il più e con il meno, si
capisce.
Annetta
Rico diceva: "Annetta,
ti sei accorta che io ti guardo diverso
da come guardo le altre ragazze?... regina dei Cieli, madre dei
peccatori... ti sei accorta di come ti guardo?... "
Zi’ Dima
Questo
lo
domandava a te o alla
Madonna?
Annetta
Ma a me, si capisce!... e
poi: "io
non penso che a te, giorno e notte... Vergine misericordiosa..."
Zi’ Dima
Annetta
No,
questo alla Madonna lo
diceva... e poi: "Se hai inteso quello che ho detto, lascia cadere un fiore..."
Dal cielo?
Annetta
Ma no, dal mazzo che
tenevo in mano.
Zi’ Dima
Ah, era rivolto a te.
Annetta
"... benedetta fra
tutte le donne... fra sei mesi parto per il militare... perdona i miei peccati...
prometti di aspettare il mio ritorno…" Questo diceva quel vigliacco; io gli ho creduto e
la Madonna mi ha punito.
Zi’ Dima
Ma no... tutt'al più la
Madonna ha fatto un po' di
confusione
fra quello che andava a lei e quello che veniva a te.
Annetta
Ho creduto a tutto quello che mi diceva e alle occhiate che mi dava
quando veniva qui a lavorare... e poi è accaduto il resto: è morto Simone e
Santa, la sua vedova, è tornata a stare con i genitori, in quella casa laggiù…
(indica fuori
scena)
Santa ?... quella
bruna con...
(fa
un gesto con le mani)
Annetta
...una vecchia di trent'anni...
Zi’ Dima
Annetta
Ma se ha dieci anni più di lui!... eppure Rico non vede che lei, non ha
occhi che per lei...
(scoppia
a piangere)
Zi’ Dima
Annetta
E' un pensiero che non mi fa dormire, e che mi porterà a buttarmi in un
pozzo o a un'altra sciocchezza.
Zi’ Dima
Zitta con le sciocchezze, che stavi per farne una grossa come quella
luna lassù.
Annetta
Tutte le sere viene qui a guardare la sua finestra.
Zi’ Dima
Annetta
Sì, l'ho visto con questi occhi... si mette seduto accanto a quel
cespuglio e resta lì in attesa di vederla affacciare.
Zi’ Dima
Annetta
Farmi vedere da lui di notte?! io sono una ragazza onorata.
Zi’ Dima
Lo sa anche lui. E forse è proprio per questo che se ne sta a guardare
la finestra di Santa.
Annetta
Zi’ Dima
Dico che quando un vaso non suona, a volte è diffici1e trovare la rottura...
Annetta
Io non capisco.
Zi’ Dima
...e che qualche volta, invece, la crepa è così leggera, che basta
strusciare appena un po' di mastice col dito, per farla scomparire.
Annetta
Stasera
non
volete proprio farvi capire.
Zi’ Dima
E' il tuo caso che sto cercando di risolvere. Non vuoi che l’aggiusti
questo vaso?
Annetta
E com’è possibile con quel traditore spergiuro che...
Zi’ Dima
Annetta
Non si può sbagliare: tu
cerchi di sopraffarlo con le parole
quel suono, ma quello rimane nel fondo, anche se è
un po'
soffocato.
Annetta
Insomma, io non riesco...
Zi’ Dima
Credi che
basti a un giovane di venti
anni scambiare ogni tanto un'occhiata con una ragazza, oppure parlarle... attraverso la Madonna?
Annetta
Io non lo so cosa basta, ma non è colpa mia se...
Zi’ Dima
Lo so che non è colpa tua, ma neanche è sua la colpa se davanti agli
occhi gli càpita una donna che ha una libertà maggiore della tua.
Annetta
E
io, allora, dovrei...?!
Zi’ Dima
Tu devi solo capire, e basta. Fra poco parte per il militare, hai
detto?
Annetta
Fra
tre mesi.
Zi’ Dima
E allora, cosa vuoi che resti di quell'altra, quando sarà lontano?
Annetta
Voi, lo dite.
Zi’ Dima
Lo dico perché lo
so.
Annetta
Insomma, secondo voi, dovrei
lasciarlo fare
quello che vuole per
i prossimi
tre mesi?
Zi’ Dima
Questo io non l’ho detto. Ho detto soltanto che un vaso che è fatto per
il vino, può contenere anche l’acqua, a volte. Non è una tragedia: basta
gettare via l'acqua e tornare a riempirlo con il vino.
Annetta
Dite così perché non sapete
niente dell'amore: voi non
avete mai preso moglie.
Zi’ Dima
E’ vero, non ho mai trovato
nessuna che mi volesse, nemmeno quand'ero giovane... ma
l'amore so che cos'è, anche se non mi
è mai toccato.
Annetta
Scusate, zi’ Dima, io non volevo...
Zi’ Dima
Credete di essere i soli, voi giovani, a conoscere l'amore?
Annetta
Io non
credo
nulla, ma so che mi fa tanto
soffrire...
(prende
zi’ Dima per un braccio e gli indica qualcosa fuori scena)
... eccolo là, guardate! è arrivato quel vigliacco!... lo vedete?
Zi’ Dima
Sì, lo vedo anch’io.
Annetta
… sotto la sua finestra s'è
messo, come tutte le
sere... io adesso...
(fa
l'atto di andare avanti, ma zi’ Dima la trattiene)
Zi’ Dima
Ferma, Annetta! vuoi andare a frantumare i cocci che sono ancora sani?
Annetta
Tanto, ormai, è tutto finito.
Zi’ Dima
Questo lo devo dire io. Sono il conciabrocche, no? Devo essere io a
dire quello che si può riparare o quello che è da buttar via.
Annetta
Allora, io torno in casa...
qui non ci
resto a vedere questa scena.
Zi’ Dima
(indica
fuori scena)
… senza fare rumore, e quando mi sentirai battere le mani, tornerai
qui.
Annetta
Zi’ Dima
Parlare un po’ con Rico. Devo sapere se anche il suo vaso, a bussare,
suona ancora… Vai, dunque, e fai come ti ho detto…
(Annetta
esce; zi’ Dima si sposta al margine della scena, dalla parte dove si trova
Rico; a voce alta)
… C’è qualcuno là in mezzo?!… chi s’è nascosto in quel cespuglio?!… che
cos’è, un agguato?!
Calmatevi, zi’ Dima...
Zi’ Dima
Non mi troverete un soldo addosso, neppure se mi mettete a testa in
giù...
Zi’ Dima
Sono Rico, il figlio di Salvatore.
Zi’ Dima
Fatti vedere...
(Rico
entra in scena)
... ah, sei tu!... che paura
m'hai fatto!.... sembravi proprio un malintenzionato. Che
ci
facevi in quel cespuglio?
Nulla,
Zi’ Dima, proprio nulla... m'ero
fermato lì a riposare e a guardare la luna.
Stasera e' davvero magnifica, vero?... c'è da restare incantati a
guardarla.
Rico
E' così.
Zi’ Dima
E chissà che, per vedere la luna, non venga fuori anche qualche ragazza
da sola.
Rico
A quello
ci credo poco; le ragazze
stanno chiuse in casa la
sera, e se escono sono accompagnate dai padri e dalle madri.
Zi’ Dima
E allora, magari, qualcuna che ragazza non lo è piu'... una vedova, per
esempio...
Rico
Zi’ Dima
Toh, adesso che ci penso, c'è Santa, la vedova di Simone che è tornata
a star qui.
Rico
Allora volete dire che...
secondo voi, io...?
non è
bello, zi’ Dima, mettere in giro certe voci.
Zi’ Dima
Le voci corrono da sole con le loro gambe.
Rico
Chi ve l’ha
detto?
Zi’ Dima
Ma via, che bisogno c’è che me lo dica qualcuno?... tu, nascosto nel
cespuglio, sotto quella finestra illuminata... non occorre sapere il latino per
capire la messa.
Rico
E allora, giacché l'avete scoperto da solo, io vi scongiuro, zi’ Dima,
di tenervelo per voi...
Su questo ci puoi contare,
ma come ci sono arrivato io, possono arrivarci anche gli altri.
Rico
Però, finora, non ci
siete che voi a saperlo.
Zi’ Dima
Io non sarei tanto sicuro:
la campagna, anche quando è deserta, ha mille occhi e mille
orecchi.
Allora non può che vedere e sentire assai poco di me e di Santa.
Zi’ Dima
Cosa credi che conti di più,
quello che si vede e si sente,
o quello che si immagina?
Rico
Ma, insomma, che delitto è
guardare una
donna?
Zi’ Dima
Nessuno. Con gli occhi non si fanno peccati.
Rico
E io, finora, non ho fatto che guardarla.
Zi’ Dima
Rico
Ma non mi si può condannare per quello che non ho ancora commesso.
Zi’ Dima
E le intenzioni, credi che
non contino ? te,
l'avranno detto in chiesa, no ? ma io non sono il tuo
confessore, e con me puoi
parlare liberamente, tanto
non ti devo dare l'assoluzione.
Rico
Ebbene, sì... Santa mi piace... parecchio mi piace…
(Si ode venire un gemito dalla parte dove è nascosta Annetta)
Rico
... c’è qualcuno che piange?
Zi’ Dima
(finge
di andare a dare un’occhiata e ritorna)
Sarà stato qualche animale… Ma, Santa, non è troppo vecchia per te?
Rico
Ha soltanto qualche anno in più.
Zi’ Dima.
Dieci anni, se non sbaglio.
Rico
Io non me ne sono mai accorto.
Zi’ Dima.
E fra dieci o venti anni, continuerai a non accorgertene?
Rico
Zi’ Dima
E’ ora il momento. Le cose buone devono durare per sempre. La
compreresti, tu, una falce che dovesse durarti una sola stagione?
Rico
Se le cose durassero eterne, voi non potreste fare il vostro mestiere.
Zi’ Dima
Un incidente puo' sempre capitare: una caduta, un urtone, oppure una
stretta del gelo e il coccio si rompe... ma io lavoro per rimetterlo a nuovo e
farlo durare in eterno.
Rico
Voi avete il vostro mastice segreto.
Zi’ Dima
Non è solo quello, sai, a tenere insieme i pezzi di un vaso, in modo
che non ci sia neanche la più piccola infiltrazione.
Rico
E che cosa
c'è oltre quello?
Zi’ Dima.
L’arte del conciabrocche c’è, che è un’arte delicata e difficile.
Altrimenti, tutti potrebbero farlo questo mestiere.
Rico
Se lo dite voi.
Zi’ Dima
Prima di
mettere
il mastice, bisogna che i
pezzi combacino tutti alla perfezione, e se c’è qualche scheggia che s’è persa,
va rifatta con altri pezzi di coccio, levigata piano, piano e app1icata dove
manca. Poi, quando i pezzi si sono saldati, c'è la prova finale da fare:
passare la mano all'interno e all'esterno, dolcemente, come una carezza lunga,
lunga. Soltanto dopo sai se il lavoro è ben riuscito.
Rico
Non è un mestiere facile il vostro, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Puoi dirlo. Ma non è qui che finisce.
Rico
Zi’ Dima
Naturale che c’è, ed è anche la parte più difficile, l’arte vera del
conciabrocche, quella che non si può insegnare, perché neanche chi la fa sa di
preciso di cosa si tratta.
Rico
Zi’ Dima
Hai detto bene: un mistero. E’ qualcosa che si sente dentro, senza
sapere da dove è venuta. E chi dentro non se la sente, è meglio che cambi
mestiere.
Rico
Dovete dirmi di più; non potete lasciarmi in sospeso.
Cosa vuoi che ti dica, figliolo, quello che nemmeno io so? Posso farti
un esempio, però. Ecco, mettiamo che ti diano da rimettere insieme un orcio che
è ridotto a un mucchio di pezzi; cosa fai? Ti metti a cercare a uno, a uno i
pezzi da far combaciare? fatica sprecata sarebbe: rischieresti di attaccare un
manico al posto della pancia o il collo al posto del fondo.
Rico
Zi’ Dima
Aspettare una giornata
speciale, una di quelle, magari, con il cielo pieno di lampi per un temporale
lontano, oppure una notte come questa, con una luna così spalancata. Allora,
basta affondare le mani nel mucchio per trovare sùbito i pezzi giusti.
Zi’ Dima
E di che ti
meravigli
? non è in mezzo
alle magie che viviamo?
che cos'è un seme che
butti nella terra e diventa una
pianta?
Rico
Tutto quello che ci
càpita, allora...?
Zi' Dima
Tutta magia: non c'e' altro, Rico. Perché credi che ti abbia incontrato
qui stasera?
Rico
Io non lo so, ditemelo voi.
Zi’ Dima
E' stato quel qualcosa che c'è dentro il mio mestiere a spingermi qui.
Una notte come questa, con una luna così, non si può buttar via... ci deve
essere per forza una magia che devo costruire per te.
Rico
Ma io non
ho orci a pezzi da rimettere
insieme.
Cosa dici?! Tutto l'universo è un solo problema di mastice e di cocci.
Rico
Zi’ Dima
Prendi la vita di un uomo,
da quando nasce a quando diventa grande... tutti pezzi da aggiungere: il
lavoro, le annate buone e quelle cattive, le malattie, il matrimonio... Qui il
pezzo deve combaciare alla perfezione, se no il vaso è da buttare... i figli...
ecco, siamo arrivati all'orlo: la vecchiaia...
ora passi la mano tutto intorno, sull’intera
superficie: soltanto ora, sotto le dita, puoi sentire se il lavoro che hai
fatto è buono o cattivo.
Rico
Fantastico, zi’ Dima! dite delle cose così semplici, eppure così
importanti! e quale sarebbe la magia che dovete fare per me?
Non lo so nemmeno io, ma so
che c'è, me la sento dentro
le mani, in
una notte come questa...
vediamo un po'…
un pezzo da attaccare alla tua vita, forse...
Rico
Rico
Non lo so, zi’ Dima.
Lo senti combaciare
perfettamente con il resto
del vaso ? guarda
che non si può sbagliare su questo.
Rico
… e come faccio a saperlo...
mi sembrava di sì,
prima...
ma ora non ne sono piu' tanto sicuro...
E allora non c'è che da domandare aiuto alle potenze superiori, perché
attraverso di esse si possa arrivare a qualcosa. Sei pronto, Rico?
Rico
Sì, sono pronto.
(a
voce alta)
Io chiedo, dunque, che il
pezzo giusto per questo giovane
mi venga sùbito alla mano!
(batte
le mani e Annetta appare davanti a loro)
Rico
(sbalordito)
Zi’ Dima
(come
se non avesse visto)
Rico
(ancora
colpito)
Zi’ Dima
Rico
(ad
Annetta)
(con
finta
ingenuità)
Io non lo so... ero in
cucina e stavo spazzando... all'improvviso m'è venuta voglia di uscire... come
se qualcuno mi avesse
chiamato qui...
Rico
(convinto)
E'
vero, zi’ Dima... è vero!
Zi’ Dima
(quasi
fra sé)
E brava, Annetta, che ha imparato al volo la lezione!
Rico
Zi’ Dima
Che
si
trattava di una magia e che
non doveva contrastarla.
Rico
(inginocchiandosi
davanti alla ragazza)
Annetta, io ti domando perdono per questi giorni passati...
Zi’ Dima
(con
falsa ingenuità)
Perché... fra voi c’era già
qualcosa?
Rico
Qualche occhiata c'era e qualche mezza parola.
Annetta
(con
calore)
C'era
una
promessa precisa, invece… un
giuramento!
Zi’ Dima
(sottovoce
ad Annetta)
Rico
Perdonami, Annetta, ora l'ho capito che per me ci sei tu sola.
Zi’ Dima
Attento a come parli, sai, perche' davanti a questa luna, gli impegni
che si prendono vanno rispettati.
Rico
Potessi morire sùbito se non
li rispetterò; potessi subire
le torture piu' feroci, i tormenti più crudeli...
Zi’ Dima
Eh, che abbondanza! basta la tua parola di uomo.
Rico
Ce l'avete, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Non è a me che devi darla,
ma ad
Annetta.
Rico
(Annetta porge la mano a Rico e l'aiuta a
sollevarsi. Zi’ Dima
esamina le due mani congiunte)
Zi’ Dima
Sì, i due pezzi combaciano
bene... visto la magia?!… due cocci separati
che hanno ritrovato il punto di attacco...
(i
due giovani in piedi, uno di fronte all'altra, si guardano sorridendo)
... è il momento di mettere il mastice... attenti, però, perché una
volta messi insieme non si possono più staccare... d'accordo?... io comincio
l'applicazione...
(fa
un gesto con la mano fra i due giovani)
...uno, due e tre!... ecco fatto!...
(i
due giovani si abbracciano; zi’ Dima li guarda)
... attaccati alla perfezione... un lavoro a regola d'arte!
Annetta... Annetta!....
(sciogliendosi
impaurita dall'abbraccio)
Mia madre!…
Annetta!...
Annetta
Sono qui, mamma.
Annetta
(a
Rico)
Zi’ Dima
Nasconditi nel cespuglio.
Annetta
Nel cespuglio, no!
Rico
D'accordo.
Zi’ Dima
E' qui con
me,
comare Marta.
Rico
Addio, Annetta.
(esce)
Marta
(entrando)
Non l'avete guardata abbastanza questa luna?
Zi’ Dima
Venite, venite
anche voi... è bella, vero?
Marta
Zi’ Dima
Stavo guardando quell'ombra grande lassù… da quella parte, la vedete?
Marta
Sì,
la vedo.
Zi’ Dima
Marta
Magari avreste voglia di andare lassu' col vostro mastice, eh?
(ride)
Zi’ Dima
Non
sarebbe una cattiva idea,
comare Marta: potrebbe tornare
come nuova, no?…
(risate)
… Sapete, però, che cosa mi trattiene?
Zi’ Dima
Il fatto di non sapere chi mi dovrebbe pagare il lavoro.
(Risate
allegre. La luce si attenua lentamente: resta accesa solo la bianca palla della
luna. In lontananza il suono di uno scacciapensieri).
S I P A R I O
Estratti da opere storico – letterarie